Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
Con i missionari, la Consolata è arrivata in molte parti del mondo, anche nella missione di Nabikamgo, in Mo zambico, dove ogni anno si celebra la sua festa. * Cammino di santità 76 agosto-settembre 2021 MC un nome che impegna Due nomi, ma uno solo basterebbe Un giorno, incoraggiando gli allievi a fare bene la novena della Consolata, l’Allamano ebbe a dire: «Ne portiamo il titolo come un nome e co- gnome». Sappiamo che, almeno nella nostra cultura, il nome e il cognome identificano una persona e, quando diventano una firma, la im- pegnano. Per l’Allamano il nome e il cognome dei suoi missionari, vale a dire ciò che li identi- ficava e li impegnava, coincidevano con un unico termine: «Consolata». Pochi giorni dopo, accingendosi a spiegare le Costituzioni, come è logico, incominciò dal ti- tolo dell’Istituto. Ecco come si espresse: «Pos- siamo gloriarci di avere due titoli: quello della Madonna (Consolata) e quello del fine (missio- nari), ciascuno dei quali basterebbe». Questa idea dell’Allamano ha uno spessore no- tevole: due titoli, ma uno solo sarebbe suffi- ciente. Quale dei due? Il nostro fondatore non si dilunga a spiegarlo, ma è ovvio che nella qualifica mariana l’Allamano comprendeva anche quella missionaria e viceversa. Ciò non stupisce, se consideriamo come lui abbia insi- stito perché i suoi figli e figlie fossero total- mente mariani e totalmente missionari. Oltre tutto, nel parlare familiare, li chiamava volen- tieri «missionari», ma qualche volta anche «Consolatini». Il che è tutto dire. Spiegando alle suore questa duplice identità mariano-missionaria ebbe a dire: «Il nostro istituto si chiama: “Istituto missionarie della Consolata”, cioè noi siamo della Consolata e, tra quelli della Consolata, siamo i missionari. Il titolo di “missionari” è quello che determina il nostro istituto». Come motto posto all’inizio del primo regola- mento, l’Allamano aveva scelto il testo del pro- feta Isaia 66,19: «Et annuntiabunt gloriam meam gentibus» (E annunzieranno la mia glo- ria alle genti). Ovviamente, non ignorava che il profeta parlava della gloria di Dio che Israele avrebbe dovuto promuovere in mezzo ai po- poli nei quali era stato disperso. Tuttavia, nella sua filiale pietà mariana, egli si permise di fare un’interpretazione devozionale, riferendo que- ste parole alla Madonna, a motivo della sua in- dissolubile unione con il Figlio per la reden- Giuseppe Allamano era convinto, e lo diceva apertamente, che la spinta per dare il via ai suoi due istituti missionari era partita dalla Madonna, alla quale attribuiva, senza nessuna esitazione, il ti- tolo di «Fondatrice». Per questo, è stato un atto spontaneo e logico per lui chiamarli col nome di «missionari e missionarie della Consolata». Egli, tuttavia, non concepiva questo nome come un semplice titolo, ma, come lui stesso ha spiegato, come l’indicazione di un’identità e di un pro- gramma di vita dei suoi figli e figlie.
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