Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
bandonata?». Una donna assicura di avere il so- stegno degli abitanti della zona, perché si ridur- rebbero i casi di rapina o aggressione. Pertanto, chiede al proprietario di venire a parlare con tutti per trovare insieme una soluzione. «Vogliamo un posto dove vivere. Siamo disposti a lottare affin- ché ci lascino questo spazio. Non abbiamo denaro perché abbiamo perso tutto a causa della pande- mia. Supplichiamo la polizia di non attaccarci». «Non siamo trafficanti di terreno, siamo soltanto persone con grandi necessità», aggiunge un’altra persona per rispondere alle accuse di essersi messi nelle mani della delinquenza organizzata. Attorno alla zona occupata ci sono circa 150 sol- dati che sorvegliano il terreno, oltre alla polizia nazionale del Perù. Questa ha assicurato che il ri- tiro avverrà in maniera pacifica, mentre il ministro dell’Interno, José Elice Navarro, ha detto che stanno cercando il dialogo pacifico con tutti. Neppure il tempo di affrontare questa situazione che alcuni giorni dopo, la mattina del 13 aprile, nel Morro Solar , appartenente al distretto di Chorril- los, un altro dei 43 di Lima metropolitana, quasi 1.500 agenti di polizia arrivano per sfrattare mi- gliaia di persone (si parla di oltre novemila). Molti occupanti si ritirano, ma un gruppo di cittadini continuano a scontrarsi con la polizia per tutta la giornata. Secondo il reportage di Tv Perù, la televisione pubblica del paese, la polizia è entrata con i lacri- mogeni per cercare di obbligare gli occupanti ad abbandonare la zona. Alcuni di loro, però, hanno iniziato a lanciare pietre e altri oggetti contun- 48 agosto-settembre 2021 denti, per impedire alla polizia di sfrattarli dai ter- reni che già avevano lottizzato per costruire le proprie abitazioni. Alla fine, la polizia è riuscita a prevalere evacuando gli occupanti e impedendo un ulteriore accesso al luogo. «Al fondo hay sitio» Va detto che le invasiones avvenute in questo pe- riodo elettorale sono solo alcune delle centinaia che accadono ogni anno fin dagli anni Cinquanta. Prima per sfuggire al latifondismo, poi - a partire dagli anni Ottanta - alla violenza del conflitto ar- mato interno tra Sendero Luminoso (e, in minor parte, Mrta ) e le forze armate e la polizia del Perù. E, ultimamente, anche per la migrazione climatica e come conseguenza delle concessioni di varie zone del paese alle grandi imprese multinazionali impegnate nell’estrazione di minerali, gas e pe- trolio. Storicamente, in Perù non c’è mai stata una vera e propria politica di urbanizzazione e di uso del ter- ritorio. Le invasiones , la pratica dell’occupazione dei terreni, rimangono quindi come l’unica strada della popolazione disperata che, per altro, molte volte diventa vittima della mafia dei trafficanti di terreni. Costoro occupano i terreni liberi, li lottizzano e garantiscono agli interessati che, in cambio di una certa somma di denaro, presto avranno un rego- lare titolo di proprietà. Normalmente questa Qui sopra: abitazioni di fortuna a Pamplona Alta, Lima, accanto al «muro della vergogna». Sotto: contadini di Ica nota zona di produzione agricola del Perù bloc cano l’autostrada panamericana per chiedere riforme del lavoro e migliori salari (4 dicembre 2020). © Avener Prado - F olhapress ssier I primi migranti occuparono le terre delle periferie per sfuggire al latifondismo. “
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