Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
46 ssier I l Perù ha raggiunto l’indipendenza 200 anni fa, ufficialmente il 28 luglio del 1821. Tutta- via, almeno fino a oggi, il paese è stato co- struito sulla base della (ristretta) visione del mondo che aveva e ha il piccolo gruppo dell’oligarchia peruviana, quell ’élite criolla (i criol- los sono i creoli, persone di origine europea nate nelle colonie dell’America Latina) discendente dei bianchi che hanno sempre gestito il potere. Un potere che prima, al tempo della colonia spa- gnola, questa élite esercitava attraverso la corte dei viceré e poi, a partire dall’inizio della repub- blica, si è ritrovata a gestire in proprio. Ancora IL FENOMENO DELLE «INVASIONI» Il nuovo colonialismo e l’arte di arrangiarsi Le «invasioni» di terre sono una caratteristica del Perù, soprattutto a Lima. È l’arte di arrangiarsi del popolo dimenticato e impoverito. È la risposta all’ingiustizia storica perpetrata da un’élite che si comporta esattamente come i colonialisti scacciati 200 anni fa. di GIOVANNI (GIANNI) VACCARO oggi, il Perù è nelle mani di un gruppo ristretto (una dozzina di famiglie, conosciute come i «12 apostoli»), erede dell’élite originaria, che detiene il potere economico, sociale e culturale e definisce pertanto come deve essere il paese. La Lima bianca e l’altra Lima Questa élite bianca, urbana, installata principal- mente a Lima (capitale per quasi 300 anni del più prestigioso viceregno dell’America Latina), ha guardato sempre al mondo occidentale come modello, dando però le spalle al resto del paese. Questo storicamente spiega come le grandi ne- © Ernesto Benavides - A F P
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