Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
Perù, 1821-2021 MC Quindi, Castillo è legato a qualche Chiesa evangelica? «Non mi piace molto mettere etichette. Comun- que, la sua appartenenza religiosa non si sa con certezza, mentre la moglie e le figlie dovrebbero essere evangeliche». Il machete, il crocifisso e l’arroganza di Vargas Llosa A Lima sono arrivati dalla sierra gruppi di ron- deros per difendere la vittoria di Castillo. Da parte sua, tra un reclamo e l’altro, Keiko ha esibito il crocifisso alla folla dei suoi sosteni- tori. Cosa ne pensa? «Personalmente non ho visto alcun rondero con machete e non capisco perché qualcuno dovrebbe preoccuparsi. Il crocifisso è una nuova dimostra- zione che Keiko ha perso tutto il pudore e vuole il supporto della gente a qualsiasi costo. Penso che quel gesto sia stato troppo anche per i cattolici». Il premio Nobel Mario Vargas Llosa, neo fuji- morista, però non demorde. Sui giornali di mezzo mondo continua a ripetere che c’è stata una frode elettorale e che il Perù è in pericolo. «Vargas Llosa non è stato mai un buon politico. Non capisce il Perù né lo vuole capire. E si cir- conda solamente di un’élite arrogante come lui». Il futuro sarà complicato Nell’ultimo anno e mezzo, il suo paese ha vis- suto prima la crisi pandemica e ora anche la crisi politica. Come vede il futuro? «Il Perù che conoscevo nel 2019, prima della pan- demia, è in frantumi. Miseria, fame, malnutri- zione, disuguaglianza sono avanzate come mai prima in pochi mesi. Ci sono molte persone che hanno perso tutti i contatti con gli altri, perché vi- vono in isolamento. Per i bambini, gli adolescenti e gli anziani sono stati tempi particolarmente duri. Sarà molto difficile per la società peruviana rialzarsi, anche in quelle aree personali o fami- liari, dopo tanti danni. Molti paesi hanno affron- tato situazioni drammatiche nel corso della loro storia, ma sono andati avanti, perché avevano chiaro in mente che la società doveva essere rico- struita. In Perù, la situazione è più complicata: ci sono mafie che vogliono assumere il potere e che potrebbero frenare qualsiasi tipo di ricostru- zione». Lei insegna all’Università Pontificia di Lima, una delle più prestigiose del paese. Se i suoi alunni le domandassero qualche commento sulla situazione del Perù, cosa risponderebbe? «Direi loro che hanno dovuto vivere momenti molto difficili ma che debbono metterli da parte per non essere sopraffatti dallo scoramento. So- pravvivere in Perù è un compito difficile e ogni giorno ci sono nuove sfide. Direi loro di lasciare gli schermi dei computer, di uscire dalle loro stanze, di parlare con altre persone, di allenarsi e com- battere per recuperare una condizione umana. Molti ragazzi, che nella pandemia hanno perso i loro familiari o che dovranno lasciare il college, hanno necessità di un trattamento psicologico. Come ho già detto, non sappiamo se il paese potrà essere ricostruito. Però, è importante lottare per preservare la propria integrità psicologica, fi- sica e morale». Paolo Moiola © Ernesto Benavides - A F P 45
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