Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
S ono stati mesi complicati anche per la Chiesa cattolica peruviana, istituzione molto influente nel paese andino. Vescovi e sacerdoti sono intervenuti nel dibattito elettorale sia dai pulpiti delle chiese che da quelli dei social media. E sovente si sono schierati, sce- gliendo una parte. Le avvisaglie di una lotta senza esclusione di colpi iniziano già a marzo quando il padre Jaime Ruiz del Castillo , missionario spagnolo e vicario gene- rale della diocesi di Moyobamba (San Martín), fa parlare molto di sé per le feroci critiche all’«aborti- sta» Veronika Mendoza, all’epoca principale can- didata della sinistra, e per l’appoggio a Rafael López Aliaga ( Renovación popular ), membro dell’Opus Dei. Un imprevisto di nome Castillo Dopo il primo turno elettorale, celebrato l’11 aprile, la situazione cambia con il passaggio al secondo turno di Keiko Fujimori e, soprattutto, di Pedro Ca- stillo, vincitore inatteso ed esponente di una sini- stra vecchia maniera. Si tratta di un cambiamento importante del quadro generale visto che Pedro Castillo e Keiko Fujimori hanno posizioni molto simili, se non coincidenti, sulle tematiche dirimenti in ambito religioso: aborto, matrimonio omosessuale, diritti Lgbt, euta- nasia non rientrano nelle agende programmatiche dei due contendenti. Tra vescovi e sacerdoti l’opposizione al maestro Castillo si concentra sulla sua adesione al marxi- smo, immediatamente declinato come adesione al comunismo duro e puro. E questo nonostante le ripetute smentite pubbliche dell’interessato: «Non siamo comunisti, non siamo chavisti, non siamo terroristi. Siamo lavoratori come ognuno di voi» ( Andina , 28 aprile). Una battaglia ideologica Visto il clima esasperato, tra il primo e il secondo turno elettorale, la Conferenza episcopale peru- viana (Cep) si unisce al Coordinamento nazionale per i diritti umani (Cnddhh), all’associazione civile Transparencia e all’Unione delle Chiese cristiane evangeliche del Perù (Unicep) per proporre ai due candidati l’accettazione di un accordo denominato «Proclama cittadino: giuramento per la democra- zia», un patto in dodici punti per il rispetto della democrazia, delle istituzioni e dei diritti umani. Il 17 maggio, entrambi i contendenti firmano l’accordo durante un incontro pubblico trasmesso dalle tele- visioni. Il proclama, lodevole nelle intenzioni, non sortisce però gli effetti sperati e non abbassa i toni del confronto elettorale. Nello stesso giorno, durante l’omelia nella parroc- chia di Santa Mónica, a San Isidro, ricco distretto di Lima, il padre Pablo Augusto Meloni Navarro , sacerdote e medico, ricorda ai fedeli che «il comu- nismo è intrinsecamente perverso», come già aveva affermato papa Pio XI nell’enciclica Divini Redemptoris del 1937. Senza mai citarne il nome, il padre critica lo slogan «palabra de maestro» uti- lizzato da Pedro Castillo (di professione maestro), affermando che il solo maestro è Gesù Cristo. Il 24 maggio, monseñor José Antonio Eguren Anselmi , arcivescovo di Piura e Tumbes e mem- bro del Sodalicio de Vida cristiana , in una lettera aperta scrive tra l’altro: «Lo faccio come un qual- siasi peruviano, che non vuole per il suo paese che il totalitarismo comunista distrugga la nostra libertà, i nostri diritti e la nostra indipendenza». Lo stesso giorno, in favore di telecamere, Keiko Fujimori si reca alla sede della Cep per incontrare monseñor Miguel Cabrejos , presidente della stessa e del Consejo episcopal latinoamericano (Celam). Il giorno seguente, la Cep rende pubblica una Carta al pueblo de Dios in cui, al punto 6, si con- danna il comunismo come «un sistema perverso» e, al medesimo tempo, «il capitalismo selvaggio che riduce l’essere umano al consumismo e alla ri- cerca del profitto a ogni costo». Lo stesso 25 maggio, nell’infuocato dibattito inter- viene anche padre Omar Sánchez Portillo , segre- tario generale della Caritas di Lurín, molto presente su YouTube con omelie e interviste. Il sacerdote lamenta che il clero e i fedeli stiano zitti davanti al pericolo comunista che compromette- rebbe il futuro del Perù e che è nemico della Chiesa come sancito dal numero 2.425 del Cate- La Chiesa cattolica peruviana e le elezioni Da una parte (e dall’altra) Sacerdoti e vescovi erano schierati in maggioranza contro il maestro Castillo. Poi, la rotta è stata corretta per merito dell’intervento (silenzioso) di papa Francesco. Perù, 1821-2021 MC agosto-settembre 2021 39 © La República-Perú
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