Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
ssier 38 agosto-settembre 2021 Qui: il generale José de San Martín, attorniato dalle autorità militari, civili e religiose, an nuncia alla folla riu nita nella piazza Mayor ( Plaza de Armas ) di Lima l’indipendenza del Perù dalla corona spagnola. È il 28 luglio del 1821, duecento anni fa. Questo dipinto è dell’artista peru viano Juan Lepiani (1864 1933). A destra: Keiko Fujimori esibisce il crocifesso durante un comizio in Plaza Bolognesi , nel centro di Lima (26 giugno). © Bicentenario gob pe Duecento anni dall’indipendenza, ma il processo di liberazione dal colonialismo non è ancora concluso. vista da Eduardo Adrianzén, drammaturgo molto conosciuto nel paese: «C’è ancora una mentalità coloniale che non vuole considerare alla pari il cit- tadino amazzonico, andino o il peruviano che non è di una grande città o che non vive secondo i va- lori di questa. Il pensiero culturale egemonico-ur- bano-limegno pretende di essere l’unico e il solo corretto e proprio qui sta il problema, ed è per questo che vedi le élite dei dinosauri disperate perché non vogliono perdere il controllo. […] Ose- rei dire che il cittadino limegno medio ha quattro filtri che si attivano appena incontra qualcuno: il colorimetro (il colore della pelle), il vestimetro (i vestiti che indossa), l’odorimetro (l’odore che emana), il parlometro (come parla, se è istruito o no)» ( La República , 27 giugno). Non si tratta di esagerazioni: il Perù è un paese razzista. «È un razzismo sotterraneo, ma che diventa esplicito sui social network», ha spiegato il sociologo Farid Ka- hhat ( Bbc News , 2 luglio). Golpe, stallo e resistenza Per spiegare la situazione peruviana si è parlato di un «golpe lento», di un «trumpismo andino», pa- ragonando il Perù agli Stati Uniti di Trump. Tutto vero com’è vera una pandemia che, soprattutto per carenze strutturali, ha già fatto oltre 200mila morti e mandato sul lastrico quell’enorme fetta di popolazione che vive di lavoro informale. Le prime conseguenze dell’estenuante stallo poli- tico sono state quelle solite, pesanti ma quasi no- iose nella loro prevedibilità: svalutazione del sol , la moneta nazionale, rispetto al dollaro, caduta della Borsa (per mano degli immancabili specula- tori), fuga di capitali (dei ricchi, ovviamente). Più una conseguenza più piccola, ma significativa: una decina di giornalisti delle televisioni Canal 4 (America Tv) e Canal N si sono dimessi o sono stati licenziati per non aver seguito la linea edito- riale della proprietà (il citato gruppo de El Comer- cio ) che imponeva di appoggiare Keiko Fujimori. Tanto di cappello - anzi, di sombrero (come quello sempre indossato da Castillo) - per questi giornalisti peruviani. Anche la Chiesa cattolica ( approfondimento a pag. 39 ), dopo essere stata molto suggestionata dalla propaganda contro il (presunto) comunismo del vincitore, ha seguito la via indicata da papa Francesco chiedendo di rico- noscere senza ulteriori indugi la vittoria di Pedro Castillo. Dal 28 luglio 2021 Sono trascorsi duecento anni dall’indipendenza del Perù dalla Spagna, ma il processo di libera- zione non è terminato. Come abbiamo visto, i re- taggi del colonialismo (e della colonialidad ) sono ancora ben presenti e radicati nel paese andino. Premesso questo, il 28 luglio 2021 segna un nuovo inizio, che sarà difficile, complicato, imprevedi- bile. Per ora è questa la sola certezza. Paolo Moiola “
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