Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021
L’«ANKOU», LA MORTE Fu invece la successiva ondata epidemica a colpire, con più fe- rocia della precedente, la Breta- gna dopo la metà del XVI secolo ravvivando la fede delle comu- nità. I lazzaretti vennero presto riempiti e le autorità obbligarono i contagiati a rintanarsi in casa © Piergiorgio Pescali © Piergiorgio Pescali agosto-settembre 2021 MC 24 segnando le porte con calce bianca. Era loro concesso di uscire all’aperto per pochi minuti al giorno, ma in tal caso dove- vano indossare una tunica con una croce bianca avvisando del loro passaggio con il rumore di un bastone picchiato sul sel- ciato. I morti divennero talmente nu- merosi che i cimiteri non basta- vano più a contenere tutti i cada- veri che, già a partire dal XIV se- colo, venivano riesumati con maggior frequenza. La seconda peste obbligò ad accelerare il disseppellimento e a partire dal XVI-XVII secolo i resti vennero conservati negli ossari, garnal in lingua bretone. Come le tombe, anche gli ossari erano rivolti verso Est e come le lapidi cimite- riali anche su questi ossari diffi- cilmente si trovano le croci. I fe- deli potevano osservare le ossa dei defunti, spesso ammontic- chiate le une sopra le altre, da fi- nestrelle. La porta, chiamata Porz a maro , «Porta della morte», che consentiva l’accesso all’in- terno della struttura era ornata da rilievi che mostravano riti di passaggio verso l’immortalità mutuati dal mondo celtico la cui figura più comune è l’ Ankou , la morte, spesso raffigurata come FRANCIA-BRETAGNA * La peste riempì i cimiteri e costrinse ad aprire degli ossari. "
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