Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2021

A sinistra: ritratto dell’ex ministro ed ex deputato Fidél Toé. * A MC 17 agosto-settembre 2021 MC Terrorismo islamista | Sankara | Giustizia | Riconciliazione È la notte tra il 4 e il 5 giugno scorso. Verso le due del mattino una banda di giovani in motocicletta arriva al sito aurifero nei pressi del villaggio Solhan, capoluogo del comune rurale omonimo (entità amministrativa più pic- cola). Gli assalitori attaccano inizialmente la postazione dei Volontari per la difesa della patria (Vpn), una sorta di milizia di autodifesa composta di persone della popolazione. In seguito si dirigono verso le case, sfondano le porte e uccidono direttamente chi vi abita, senza chiedere nulla e senza conside- rare l’età. Saccheggiano il possibile, danno fuoco ad alcune case, poi ripartono. Piazzano dell’esplo- sivo sul ponte della strada che collega Solhan a Sebba, a una decina di chilometri. Causerà altre vittime. Il bilancio ufficiale è di 132 morti, ma altre voci por- tano il numero a 150. Molti sono anche i feriti. Si tratta dell’attacco più sanguinoso che il Burkina Faso ha subito sul suo territorio, dall’inizio degli eventi di questo tipo, nel 2015. I n quell’anno il Burkina Faso stava vivendo una transizione politica, seguita da un’insurrezione popolare che aveva deposto il presidente Blaise Compaoré, in carica da 27 anni (cfr MC febbraio 2016). Un colpo di stato del Reggimento di sicurezza presidenziale guidato dal generale Gilbert Dien- deré, aveva tentato di bloccare il cambiamento nel settembre 2015, ma il movimento popolare, con l’appoggio internazionale e, soprattutto, dell’eser- cito, era riuscito a evitare il peggio. La transizione era ripresa e un nuovo presidente, Roch Marc Chri- stian Kaboré si era insediato il 29 novembre. Il suo governo aveva giurato il 12 gennaio 2016. Tre giorni dopo, un attacco in grande stile era stato perpe- trato da jihadisti nel cuore della capitale, facendo 30 vittime di 18 nazionalità. Da quel giorno gli attacchi si sono moltiplicati nel Nord del paese, per poi estendersi a Est e Sud Est, senza risparmiare la capitale. Si hanno evidenze di contatti diretti tra Compaoré, quando era presidente, e gruppi jihadisti, che avrebbe preservato il paese dalle incursioni. S olhan, come detto, è un sito aurifero, ed è sfruttato da cercatori d’oro artigianali. Sono situazioni particolari, in cui il tessuto sociale è completamente stravolto. Qui sono installati, senza controllo, decine di migliaia di cercatori d’oro, molti provenienti da paesi vicini. Nell’agosto 2020, il Consiglio economico e sociale del Burkina Faso, ha pubblicato uno studio sul «lavaggio di de- naro sporco e finanziamento del terrorismo», con focus sul paese. Oltre a ricevere finanziamenti dall’estero, i gruppi jihadisti si autofinanziano sfruttando le risorse del territorio che occupano, come le miniere artigia- nali, o imponendo tasse e balzelli alla popolazione. Dallo studio risulta che dal 2016 al 2020 i terroristi hanno raccolto più di 140 miliardi di dollari, solo tramite gli attacchi o balzelli a siti auriferi artigia- nali, come quello di Solhan. Normalmente i siti nei quali i cercatori non pagano, vengono attaccati. Il governo, il 7 giugno, ha disposto la chiusura di tutti i siti auriferi artigianali delle province di Ou- dalan e Yahga (qui si trova Solhan). Nella regione sono presenti gruppi jihadisti legati alle due principali formazioni: il Gruppo di soste- gno all’islam e ai musulmani (Gsim), legato ad Al Qaeda, e lo Stato islamico nel grande Sahara, legato all’Isis. Si tratta di due coalizioni di una galassia di gruppi che talvolta si scontrano tra loro. L’attacco di Solhan, che non è stato l’ultimo, se- condo il governo è stato perpetrato da un gruppo burkinabè, denominato Mouhadine, che significa «Genti solidali», attivo dal 2019 in Burkina, ma an- che Niger e Benin. Le forze di sicurezza avrebbero arrestato due elementi del gruppo. I l presidente Kaboré - rieletto per un secondo mandato nel novembre 2020 -, ha pure tentato di avviare una tre giorni (17-19 giugno) di «Dia- logo politico», con tutti i partiti del paese. Ma alla fine l’opposizione si è sfilata, e per voce del Capo- fila dell’opposizione politica (è una figura istituzio- nale), Eddie Komboigo, ha indetto manifestazioni di protesta contro l’insicurezza e in memoria delle vittime, a inizio luglio. Intanto, alcuni politici legati al partito di Blaise Compaoré, il Cdp (Congresso per la democrazia e il progresso), vogliono organizzarsi per il ritorno dell’ex presidente e la riconciliazione nazionale. Ma prima, occorre fare verità sul passato, a partire dall’assassinio di Thomas Sankara. Marco Bello Il paese combatte il terrorismo e cerca la verità sul suo passato Massacro nel Sahel Gli attacchi terroristici islamisti, iniziati nel 2015, continuano a insanguinare il Burkina Faso. A Solhan, nel giugno scorso, si è toccato il record di vittime. Di mezzo c’è l’oro, e il finanziamento che i gruppi jihadisti ne traggono. Intanto l’opposizione politica chiede conto al governo sulla sicurezza.

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