Missioni Consolata - Luglio 2021
75 luglio 2021 amico MC occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della mon- tagna». Le metafore della nube e della gloria appaiono insieme non appena Mosè finisce di co- struire la Dimora per il Signore: «Allora la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Si- gnore riempì la Dimora» (Es 40,34). In occasione della dedi- cazione del Tempio a Gerusa- lemme, ritroviamo il binomio nube-gloria: «Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nube riempì il Tempio del Si- gnore, e i sacerdoti non pote- rono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, per- ché la gloria del Signore riem- piva il Tempio del Signore» (2Re 8,34-35). MARIA, LA TENDA GREMBO Alla luce di questo retroterra dell’Antico Testamento siamo autorizzati a leggere alcuni testi del Nuovo in una prospettiva simbolica del tutto nuova. Il Vangelo di Giovanni, descri- vendo il movimento discendente del Logos verso l’umanità, dice: «E il Verbo si fece carne e alzò la tenda in mezzo a noi» (Gv 1,14, il verbo skenoo descrive esatta- mente l’atto di alzare la tenda). Si comincia a intravvedere come la Dimora (o tenda del conve- gno), descritta ampiamente nei testi antichi, acquisti un diverso significato teologico. Dio non abita più e non si manifesta più nella tenda e nella nube, ma la sua gloria risplende nella tenda dove abita il Verbo, suo figlio prediletto. Cosa c’entra tutto questo con Maria? Nell’episodio dell’annun- ciazione dell’angelo a Maria, raccontato dal Vangelo di Luca, ed esattamente nelle parole che l’angelo Gabriele usa per rassi- curare Maria con le sue perples- sità, Gabriele le dice: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la po- tenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra [nube]» (1,35). Se ora mettiamo insieme la realtà del Verbo di Dio che si at- tenda in mezzo a noi, e colle- ghiamo le immagini antico testa- mentarie della nube e della glo- LA NUBE E LA FIAMMA L’immagine della tenda per indi- care la presenza di Dio tra il po- polo è adottata anche da alcuni profeti. In occasione della re- staurazione di Israele come na- zione, il profeta dice: «Voi cono- scerete che io sono il Signore, vostro Dio, che si attenderà in Sion» (Gioele 2,10). Al termine dell’esilio babilonese, il ritorno di Dio tra il popolo è descritto come segue: «Canta e rallegrati, figlia di Sion, io verrò e metterò la tenda in mezzo a voi» (Zac 2,10). A sua volta il profeta Eze- chiele descrive il Tempio come il luogo ideale di abitazione di Dio: «Il mio nome abiterà nella casa di Israele per sempre» (43,7). Va anche notato che nell’Antico Testamento, Dio rende presente la sua Gloria attraverso il sim- bolo della nube. Quando Mosè sale sul monte Sinai per la rati- fica dell’alleanza con Dio (Es 24,15-16), la nube copre il monte e la gloria di Dio si rende pre- sente, e nel v. 17 leggiamo: «La Gloria del Signore appariva agli HTTPS://AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT ria, si ha un’interpretazione sim- bolica straordinaria. Il Verbo di Dio non va a piazzare la sua tenda nel deserto come avvenne nel peregrinare del po- polo di Israele, piuttosto, nel suo movimento discendente verso l’umanità, finisce per attendarsi nel seno di Maria. Di conse- guenza Maria diventa la Dimora della divinità nella nuova econo- mia di salvezza. La nube-ombra del Dio Altissimo non si posa più sul Tempio di Gerusalemme o nel deserto sulla tenda del convegno, ma «adombrerà» la donna di Naza- reth con tutta la sua potenza e splendore. Noi sappiamo che tutte le tribù di Israele solevano radunarsi at- torno alla tenda del Convegno per entrare in relazione con la divinità. Ora, altre tribù, non solo quelle di Israele, ma quelle di tutto il mondo, devono radunarsi attorno alla nuova Dimora, Ma- ria, per entrare in relazione con la divinità e ottenere la salvezza. Il grembo di Maria che porta in sé la divinità è il luogo di rac- colta, il luogo dove si potrà tro- vare il perdono e la salvezza, perché Maria, come nuova Di- mora, ci garantisce l’incontro con suo Figlio, che è l’irradia- zione della nube e della gloria del Padre. Per accertarsi di questa nuova dimensione basterebbe recarsi in un qualsiasi santuario mariano internazionale, dove si possono incontrare, senza alcun dubbio, popoli, lingue e culture diverse. Lì le differenze etniche e lingui- stiche scompaiono come d’in- canto, perché si ritrovano diluite dall’effluvio di amore che emana dalla nuova Dimora della divi- nità, Maria. Antonio Magnante
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