Missioni Consolata - Luglio 2021
4 chiacchiere con ... Il 16 gennaio 1969, verso il tramonto, Jan Palach si recò in piazza San Vence- slao, ai piedi della scalinata del Museo nazionale, in- zuppò i suoi abiti di benzina e si trasformò in una «torcia umana». Non morì subito, la sua agonia durò altri tre giorni. Il 25 gennaio ai funerali parteciparono seicentomila persone, con una proces- sione lungo tutte le princi- pali vie di Praga. Dopo più di mezzo secolo da quella tragedia ci si ri- corda sempre di lui e di altri giovani che scelsero lo stesso destino. Quattro giorni dopo il sacrificio di Jan Palach, l’operaio venti- seienne Josef Hlavatý, si cosparse di petrolio e si diede fuoco morendo cin- que giorni dopo con una lenta e dolorosa agonia. Jan Zajíc, diciannovenne studente moravo, si autoim- molò il 25 febbraio 1969; il 4 maggio 1969, toccò a Ev ž en Plocek, operaio tren- tanovenne, che s’incendiò in un sottopassaggio della cittadina di Jihlava. Per chi lo conobbe, Jan era sano di mente e «aveva un carattere calmo, razionale, voleva diventare filosofo e partecipare al dibattito poli- tico», forse sentiva troppa rassegnazione attorno a sé. A quel punto, credette non restasse altro che l’obla- zione della propria vita per scuotere il suo popolo. Alexsander Dub č ek, segre- tario del partico comunista cecoslovacco e allora primo ministro, durante i funerali disse: «Il sacrificio di Jan Palach ha traumatizzato tutto il nostro paese, una Dedicatevi da vivi alla lotta. " © Alberto Porcu Zanda 2015 70 luglio 2021 MC cosa del genere non era mai accaduta prima in Ce- coslovacchia e, per quanto ne so, in Europa». Per anni, la notizia dei gesti estremi di questi giovani, non trapelò in Occidente, la ferrea censura del Partito comunista ne impediva la diffusione. Erano esempi scomodi per chiunque, non soltanto per i sostenitori del governo filosovietico di Gu- stàv Husàk (subentrato a Dub č ek), che sotto le diret- tive di Mosca cercava di «normalizzare» il paese. Ma l’oscurità che avvolgeva i paesi gravitanti nell’orbita sovietica, grazie a questi coraggiosi testimoni, co- minciava a dare i primi se- gni di cedimento, e il sacrifi- cio di Jan Palach, come quello di altri numerosi gio- vani, avrebbe alla lunga portato alla riacquisizione della libertà e della demo- crazia per troppo tempo soffocate. Don Mario Bandera
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