Missioni Consolata - Luglio 2021
63 sa quali misure scatterebbero in caso di inadempienze. Conside- rato che la consulenza è del Fondo monetario internazio- nale, non ci sarebbe da sorpren- dersi se l’offerta fosse condizio- nata al rispetto di regole che, in passato, si sono rivelate alta- mente destabilizzanti sul piano sociale e politico. SENZA LUNGIMIRANZA Il che conferma che l’unica strada da perseguire per libe- rare i paesi più poveri dalle ca- tene del bisogno è l’annulla- mento del loro debito, esatta- mente come ha ribadito papa Francesco nella lettera che ha inviato l’8 aprile scorso alla Banca mondiale: «Lo spirito di solidarietà globale impone di ri- durre in maniera significativa il debito delle nazioni più povere, un peso che la pandemia ha ul- teriormente esacerbato. Sce- gliendo di alleggerire il loro de- bito compiremmo un gesto di grande umanità perché permet- teremmo a quelle popolazioni di accedere ai vaccini, alla sanità e all’istruzione». Generalmente, si invoca il senso di generosità per indurre a com- portamenti di rinuncia, ma in questo caso basterebbe appel- larsi alla lungimiranza perché l’avarizia non conviene a nes- suno in un momento in cui basta un focolaio di non vaccinati per fare divampare di nuovo la pan- demia a livello globale. Francesco Gesualdi tano 1,7 miliardi di persone corri- spondenti al 22% della popola- zione mondiale. Secondo gli ultimi dati disponi- bili, riferiti al 2019, complessiva- mente i governi dei paesi Ida de- tengono un debito di 523 mi- liardi di dollari, ma solo il 34% è bilaterale, ossia è nei confronti di altri governi. Il resto è verso or- ganismi multilaterali come Banca mondiale e Fondo mone- tario internazionale (46%) e verso banche commerciali e altri soggetti privati (20%). Pertanto, la sospensione si applica solo a un terzo degli importi, quelli rife- ribili al debito bilaterale che è l’u- nica parte su cui i governi del G20 hanno potere decisionale. A conti fatti, si tratta di 27,4 mi- liardi di euro per il biennio 2020- 2021. L’aspetto bizzarro è che solo una quarantina di paesi ha chie- sto di poter beneficiare della so- spensione. Fra i motivi avanzati dagli esperti per spiegare una ri- sposta così poca entusiastica, c’è la circostanza che le cifre so- spese dovranno essere rimbor- sate fra il 2022 e il 2024. Un pe- riodo molto breve che rischia di creare un sovraccarico di esborsi che a molti paesi fa paura. Considerato che una buona metà dei paesi più poveri è già in stato di insolvenza o è vicina a diventarlo, è abbastanza comprensibile che molti di loro non vogliano sottoscrivere patti che sanno di non poter onorare. Del resto, mancano informazioni sulle contropartite che i governi debitori dovrebbero dare in cambio delle sospensioni, né si emergenti il debito cumulativo di tutti i governi corrisponde al 60% del Pil complessivo, nei paesi maturi al 131% . Ma lo sforzo dei primi è doppio ri- spetto ai secondi considerato che nei paesi emergenti la spesa per interessi assorbe il 10% delle entrate fiscali, nei paesi a economia matura il 4%. E si tratta di medie. Analizzando i casi specifici si trova che, in al- cuni paesi (come Ghana e Sri Lanka, ad esempio), la spesa per interessi assorbe percen- tuali che variano fra il 30 e il 40%. Peggio di tutti il Libano che, nel 2019, ha speso per in- teressi il 50% delle proprie en- trate fiscali. Ed è notizia del no- vembre 2020 che il governo dello Zambia ha dovuto dichia- rare default non avendo di che pagare la rata di un prestito de- nominato in euro. IL DEBITO DEI PAESI POVERI In questo scenario, una notizia positiva è la decisione dei go- verni del G20 di sospendere, per la durata della pandemia, la riscossione dei pagamenti rela- tivi ai prestiti che essi hanno concesso ai paesi più poveri, per intendersi quelli con reddito pro capite inferiore a 1.185 dol- lari all’anno. In ambito ufficiale, essi sono anche detti «paesi Ida», in ragione del fatto che sono ammessi a godere dei pre- stiti agevolati elargiti dall’agen- zia della Banca mondiale deno- minata International develop- ment assistance . In tutto si tratta di 73 nazioni , per oltre la metà localizzate in Africa, che ospi- Debito | Insolvenza | Capitalismo | Banche e finanza R MC © Gerd Altmann - Pixabay
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