Missioni Consolata - Luglio 2021

E la chiamano economia 62 luglio 2021 MC naro. Così, le crisi debitorie pro- ducono i loro effetti sul sistema produttivo che, in assenza di un adeguata lubrificazione finanzia- ria, va anch’esso incontro a crisi. DUE AREE CRITICHE Oggi due sono i comparti che destano maggiore preoccupa- zione in rapporto ai loro debiti: le imprese produttive e i go- verni del Sud del mondo. Nel mondo della finanza è stato co- niato il termine « zombie compa- nies » a indicare tutte quelle im- prese sovraindebitate che hanno difficoltà con gli interessi e la restituzione del capitale. Secondo uno studio della Inter- national bank of settlements su 14 paesi occidentali, le imprese zombie sono passate dal 2% nel 1990 al 12% nel 2016. Un’acce- lerazione dovuta in larga misura al basso costo del denaro che ha spinto anche le imprese più deboli a indebitarsi. E, nel 2020, si è aggiunto il Covid. Dall’inizio della pandemia negli Stati Uniti la lista delle grandi imprese zombie si è allungata di altre 200 unità fra cui Boeing, Carni- val Corp, Delta Air Lines, Exxon Mobil. Del resto Bloomberg con- ferma: quasi un quarto delle 3mila grandi società quotate in borsa negli Stati Uniti rientrano fra le imprese zombie. E il re- cente fallimento dell’impresa mi- neraria statale Yongcheng mo- stra che il problema esiste an- che in Cina . Intanto uno studio debitori pagano. Altrimenti si trasforma in un meccanismo alla rovescia che inceppa tutto. Ne abbiamo avuto una dimostra- zione nel 2008, quando negli Stati Uniti l’incapacità delle fami- glie più povere di ripagare i pro- pri mutui provocò una delle più drammatiche crisi conosciute dal capitalismo a livello globale. Anche se va detto che il sasso- lino provocò la frana per colpa di una finanza creativa che aveva usato i mutui come ma- trice per fabbricare una monta- gna di prodotti fantasiosi più si- mili a scommesse che a investi- menti finanziari. Ma, al di là delle degenerazioni, la massiva insol- venza debitoria si trasforma in crisi economica perché il si- stema bancario è il cuore pul- sante dell’economia capitalista . Ricordandoci che i prestiti sono elargiti anche da altre strutture finanziarie che, pur non essendo banche, usano l’attività creditizia come forma di investimento. Se i prestiti non rientrano, le prime a subirne le conseguenze sono le strutture creditizie, ma a catena anche i risparmiatori che hanno messo a disposizione i propri soldi e in subordine le imprese produttive che dalle banche ricevono co- pertura quotidiana per le pro- prie esigenze finanziarie. In con- dizioni normali, le banche ri- spondono alle richieste di finan- ziamento delle imprese, ma non quando si trovano a corto di de- © Gerd Altmann - Pixabay della Banca mondiale informa che, tra il 1991 e il 2014, il ricorso al debito da parte delle imprese operanti nei così detti mercati emergenti (Africa, Asia e Ame- rica Latina per intenderci) è cre- sciuto 30 volte con prestiti otte- nuti non solo sui mercati locali, ma anche internazionali. I DEBITI IN DOLLARI ED EURO L’ Institute of international fi- nance stima che nel 2021 la spesa dei paesi emergenti per il debito (interessi e restituzione del capitale in scadenza) sarà di circa 7mila miliardi di dollari e per il 15% sarà in valuta estera. Il che allarma la Banca mondiale che, nel suo studio, precisa: «Questa rapida crescita del de- bito solleva preoccupazioni perché le crisi finanziarie nei paesi emergenti sono spesso precedute da alti livelli di indebi- tamento da parte delle imprese. Specie se si tratta di debiti con- tratti in valuta estera, perché può bastare una svalutazione per aggravare la loro situazione debitoria». Come è successo a molte imprese turche che, nel corso del 2020, hanno visto la moneta del proprio paese svalu- tarsi del 30% rispetto al dollaro. Molte di loro non sono fallite solo grazie ai sostegni finanziari e fiscali concessi dal governo. Uno scenario analogo potrebbe ripetersi in Pakistan, Argentina, Marocco, Egitto, ma non si sa con quale esito dal momento che i governi stessi sono forte- mente indebitati. Va detto che in rapporto ai ri- spettivi Pil, i governi del Sud sono mediamente meno indebi- tati di quelli del Nord. Ciò non di meno devono compiere uno sforzo maggiore non solo per- ché sono più deboli, ma anche perché devono pagare tassi di interesse più elevati. Nei paesi

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