Missioni Consolata - Luglio 2021

Noi e Voi ha registrato una vasta e forte mobilitazione su questo argo- mento, aggiungiamo ora il nostro e chiediamo a voce alta al Go- verno e al Parlamento che il no- stro Paese ratifichi il Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari. La pace non può essere rag- giunta attraverso la minaccia dell’annientamento totale, bensì attraverso il dialogo e la coopera- zione internazionale. «La pandemia è ancora in pieno corso; la crisi sociale ed econo- mica è molto pesante, special- mente per i più poveri; malgrado questo - ed è scandaloso - non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari. E questo è lo scandalo di oggi». Questa iniziativa, avviata il 25 aprile 2021, viene chiusa ideal- mente il 2 giugno 2021 con lo slogan « Per una Repubblica li- bera dalle armi nucleari ». seguono le firme dei 40 presidenti o segretari delle associazioni firmatarie e quelle di molti altri gruppi o associazioni che aderiscono RICORDANDO ABBA PAULOS L’8 maggio scorso padre Paolo Angheben è deceduto ad Addis Abeba (Etiopia) dopo una breve e improvvisa malattia di Covid-19. Per giorni le sue condizioni sono state seguite con affetto e pre- ghiera sia dalla gente della sua missione, Gighessa, che dai tanti amici con cui ha condiviso il suo cammino missionario e sacerdo- tale. Nato nel 1946 a Riva di Val- larsa (Tn), ha fatto i voti come mis- sionario della Consolata nel 1968 alla Certosa di Pesio (Cn), ordi- nato sacerdote al suo paese nel 1974, è subito stato mandato in Etiopia, dove è rimasto fino alla morte eccetto i sei anni passati in Certosa di Pesio dal 1994 al 2000. I superiori avevano già pia- nificato il suo rientro in Italia, ma una chiamata più impellente lo ha invitato a far festa con i santi, in compagnia del beato Allamano e di tanti altri missionari che lo hanno preceduto. L’ IRRIPETIBILITÀ DI UN INCONTRO La notizia della morte di padre Paolo Angheben mi ha profonda- mente addolorata per la sua grandezza come uomo, come sa- cerdote e come missionario che ha donato la sua vita alla popola- zione dell’Etiopia, curandone tutti gli aspetti, da quello esistenziale a quello religioso e vocazionale. Ho incontrato padre Paolo An- gheben una sola volta nell’estate del 1999 alla Certosa di Pesio, ma tale incontro ha lasciato una trac- cia indelebile nella mia vita. Stavo trascorrendo lì alcuni giorni di ri- poso, invitata da padre Francesco Peyron, per ridefinire il cammino della fede e recuperare energie in vista della ripresa del mio la- voro, dedicando del tempo alla preghiera e alla meditazione, in un contesto caratterizzato da semplice e calorosa accoglienza, in compagnia di molte persone con percorsi di fede diversificati, con le sante Messe celebrate in orario preserale frequentate da tutti gli ospiti in modo attivo, con un cielo azzurro terso di giorno e stellato di notte, un paesaggio 6 luglio 2021 MC © AfMC / Domenico Brusa - Etiopia - Weragu © AfMC / Daniele Giolitti - Certosa Pesio © AfMC / Enza Fruttero con piante verdi rigogliose e i profili delle Alpi Marittime all’oriz- zonte. Fin dal primo giorno avevo no- tato come padre Paolo avesse in- contri frequenti e accogliesse con un largo sorriso, regalando dispo- nibilità e sapienza. Ho scambiato con lui qualche considerazione su come la fede debba incarnarsi nella quotidianità rispondendo al desiderio di Dio che ogni uomo si salvi e si santifichi, in quanto da Lui desiderato. Abbiamo anche ri- flettuto sulla non linearità di tale percorso, contrastato a volte dalla individuale fragilità e a volte dagli eventi esterni. È rimasto in- delebile in me il confronto con un uomo di profonda fede, consape-

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