Missioni Consolata - Luglio 2021

psicologo «qualificato», fece una scelta culturale, sociale e reli- giosa, attingendo alle sue perce- zioni del mondo e ai suoi valori. Cercava un «significato» per quello che stava accadendo a sua figlia, e il significato offerto dalla psicologia non possedeva il peso affettivo, né il valore emo- tivo che i «fratelli» le offrivano. Le emozioni e il cuore furono più potenti ed efficaci della scienza e del cervello. Quello che per me era un di- sturbo interno, mentale, perso- nale e passeggero, per la donna era la conseguenza di un mondo esterno che entrava nella per- sona; un mondo di relazioni so- ciali negative segnate dall’invi- dia. E questo mondo esterno era percepito come la causa della sofferenza e di lì la necessità di sconfiggerlo. INCONTRO TRA PSICOLOGIA E CULTURA Possiamo parlare di incontro tra psicologia e cultura? Possiamo incoraggiarlo? Sarà possibile? Credo che per favorire l’incontro tra il cosmo (che significa ordine) scientifico e quello dell’espe- rienza culturale, sia necessario un «interprete», pur cosciente che l’interprete è, per forza di cose, sempre un po’ un traditore: è impossibile, infatti, tradurre da un universo culturale a un altro Il contributo della psicologia scientifica occidentale può «gua- rire» la mente spiegando le dina- miche psicologiche che sono in gioco. Ma in un mondo non occi- dentale, non sempre la psicolo- gia riesce a «guarire» l’insieme della mente e del cuore che for- mano un’unità nella persona. Il li- mite della psicologia scientifica è quello di non dare la dovuta im- portanza ai mondi simbolici e di- versi che creano e organizzano tutta la vita delle persone nella loro mente, nella loro salute e nelle loro relazioni. UN MONDO DI RELAZIONI Quella donna che scelse di avvi- cinarsi ai «fratelli» e non a uno in modo fedele il significato profondo di una parola, un’e- spressione, un sentimento, un’e- sperienza sociale, emotiva e strutturale di un gruppo. L’ordine sociale espresso a parole, in culti e musica è ben compreso solo da coloro che apparten- gono a quel gruppo. Gli altri pos- sono capirlo teoricamente ma non emotivamente. Quello che imparai personal- mente fu che la mia diagnosi era stata parziale perché non aveva incluso il mondo culturale di ma- dre e figlia, mondo che formava e interpretava le manifestazioni delle malattie fisiche e mentali. Ora mi rendo conto che lè im- portante nella guarigione della persona, per restituirla alla sua comunità sana e ristabilita, sco- prire, assieme alla diagnosi psi- cologica, qual è la sua visione del mondo. In questo modo si può ricostruire quell’identità spe- cifica che appartiene alla grande sinfonia di identità individuali che formano la persona e che la fanno sentire parte di un gruppo. QUESTIONE DI ARMONIA Ricostruire l’identità significa ri- costruire l’armonia del gruppo ed eliminare quella dissonanza che danneggia la melodia dello stesso. Ognuno ha dentro di sé un equi- librio emotivo che gli permette di vivere con tranquillità la propria esistenza, interpretando il suo mondo. Questo equilibrio può apparire fragile agli occhi di uno straniero, ma non alla persona che lo vive. Ora ho imparato che, come psi- cologo, non posso più fidarmi solo del quadro interpretativo della malattia mentale offerto dalla psicologia. Se veramente mi sta a cuore la guarigione completa della persona è essen- ziale comprendere il mondo in- terpretativo (quadro di riferi- mento) del suo cosmo, colle- gando così la guarigione a tutta la persona. A MC 59 luglio 2021 MC Salute | Cure tradizionali | Psicologia | Cultura

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