Missioni Consolata - Luglio 2021
Chiesi alla madre di uscire dal mio studio per poter parlare con la figlia. Dal dialogo capii che la ragazza stava soffrendo di de- pressione post-partum. In più non era assolutamente felice di essere rimasta incinta a 14 anni e abbandonata dal padre della bambina. Il suo futuro non sem- brava per niente roseo. La mia diagnosi di depressione post- partum mi sembrava molto az- zeccata (quasi da manuale) e, in questo caso, aggravata da fattori personali. Con questa diagnosi in mente, in- vitai la madre a entrare nel mio studio e le spiegai in modo sem- plice che lo stato di sua figlia non dipendeva da una maledizione e che non c’era motivo di preoccu- parsi. Tutto si sarebbe sistemato abbastanza presto. La signora ascoltò incredula le mie parole e, con mia sorpresa, mi disse: «Tu padrecito non capisci niente e troverò un’altra soluzione». La soluzione alternativa fu quella di consultare i «fratelli» ( curande- ros tradizionali) che le promisero di eliminare l’incantesimo met- tendo sotto il letto della figlia un bicchiere d’acqua benedetta da un sacerdote (probabilmente be- nedetta da me), per tre notti, e chiedendo un contributo «volon- tario» di 150mila pesos (35 euro) per ogni bicchiere d’acqua. SORRISO SOTTO I BAFFI Non so se la neo mamma, poi, sia stata meglio. Penso di sì, non tanto a causa dei benefici del- l’acqua benedetta posta sotto il letto, quanto perché la depres- sione post-partum non tende a durare a lungo, a meno che non subentrino complicazioni. La replica della madre alla mia diagnosi mi sembrò divertente e sotto i baffi mi scappò un sorriso, perché le sue parole avevano messo in discussione i miei 32 anni di esperienza come tera- peuta. Tuttavia, con il passare del tempo, le parole di quella donna continuavano a risuonarmi nella mente come un chiodo fisso. Ini- ziai a chiedermi allora se per caso non mi fosse sfuggito qual- cosa nella mia diagnosi, forse un’interpretazione della realtà di- versa da come io l’avevo perce- pita che mi avrebbe permesso di offrire alla ragazza una cura più consona alla sua cultura. Dal punto di vista della psicologia «scientifica» del mondo occiden- tale, la depressione post-partum ha una soluzione terapeutica col- laudata con un percorso di recu- pero eccellente. Però, perché non prendere in considerazione le convinzioni e le credenze delle persone che vivono esperienze emotive in culture diverse da quella del mondo occidentale, cose tutte che influiscono sul benessere della gente? Qual è l’impatto che il mondo del «sacro» e del «simbolico», che ognuno inconsciamente porta dentro di sé, ha sulla vita quoti- diana e sul benessere della per- sona? Il mondo sacro e simbo- lico è un serbatoio di senso e si- gnificati che le persone usano per vivere 1 . IDENTITÀ E CULTURE Il mondo personale e intimo di ogni essere umano possiede una sinfonia, un insieme di valori, miti, visioni sulla natura umana, su ciò che è «normale e anor- male», su ciò che è «salute e ma- lattia» (fisica o mentale), sulle cause di essere sani o malati, sul significato di «maturità», su come ricostruire i rapporti familiari e sociali distrutti e scoprire chi o cosa li ha distrutti. È una sinfonia trasmessa dalle generazioni pas- sate e interpretata nel presente da persone che condividono e assumono ciò che è importante per il gruppo di appartenenza che, a sua volta, offre un’identità. Identità: un termine che viene dal latino idem, che significa «lo stesso - medesimo» e si applica alla persona. La mia identità dice chi sono io con le mie caratteristi- che che mi distinguono dagli altri; e si applica anche all’identità di un gruppo che crea e modella ciò che è importante per il gruppo stesso e i suoi membri. Comprendere l’identità di un gruppo significa entrare più profondamente nella mente di una persona che ne fa parte e ccapire le visioni e le percezioni del suo mondo. E questo favori- sce la diagnosi e il cammino tera- peutico. * COLOMBIA 58 luglio 2021 MC
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