Missioni Consolata - Luglio 2021

La prostituzione a Barranquilla Barranquilla è stata la meta di centinaia di donne venezuelane migranti che cercavano un posto si- curo dove partorire o dove poter essere visitate e accompagnate durante la loro gravidanza. Negli ospedali colombiani sette migranti venezuelani su dieci sono donne; a Barranquilla, città di rife- rimento della costa colombiana, il 70% dei parti è di madri venezuelane. Per quanto riguarda le donne venezuelane in si- tuazione di prostituzione, esse si concentrano nei locali che popolano il centro storico, nella zona del Parque de los enamorados (parco degli innamorati), lungo la Carrera 40, tra le strade 45 e 42. Camminando per quella zona, estrema- mente pericolosa nelle ore notturne, si possono intravedere decine di donne migranti venezue- lane «ammassate» dentro i locali in attesa dei clienti di turno. A Barranquilla però, così come in altre città economicamente più attive (come, ad esempio, Medellin), la prostituzione si muove anche attraverso internet. Sono decine infatti le pagine di incontri dove le donne venezuelane of- frono i loro servizi in appartamenti, centri di massaggi erotici, bar o direttamente a domicilio. Un «mercato» cresciuto in maniera esponen- ziale, soprattutto con le restrizioni per evitare i contagi da Covid-19 che hanno portato alla chiu- sura di molti locali e all’attivazione del copri- fuoco a partire dalle venti. ... e a Cartagena de Indias Come detto, per la maggior parte dei migranti venezuelani la rotta Nord si interrompe a Barran- quila, ma non mancano coloro che, percorrendo altri 120 km verso Ovest, decidono di arrivare alla città di Cartagena de Indias, vero grande polo tu- ristico internazionale del «Caribe colombiano». In questa città si vive praticamente solo di turi- smo e sono centinaia i venezuelani che lavorano per le strade come promotori di ogni tipo di ser- vizio. Una delle grandi piaghe di Cartagena è però il turismo sessuale, dovuto in gran parte a uomini statunitensi ed europei che arrivano nella capitale del dipartimento di Bolívar solo alla ri- cerca di droga e prostituzione. Le autorità locali hanno combattuto, soprattutto nel 2018, questo fenomeno, ma ad oggi la situazione non è cam- biata molto. Alla sera, la zona della torre del- l’orologio, giusto all’entrata della cinta muraria della città, si popola di donne in situazione di prostituzione a caccia del turista di turno. Anche in questo caso, la maggior parte di loro sono ve- nezuelane, giovani, avvenenti, con diversi inter- venti di chirurgia plastica per incarnare quello stereotipo così mercificato ed esportato in tutto il mondo dalla fabbrica della bellezza di Osmel Sousa (il padrino di Miss Venezuela). Le tariffe variano: si può passare dai 100 dollari per 30 mi- nuti ai 500 dollari per tutta la notte. È per questo che Cartagena, soprattutto per le giovani mi- granti venezuelane che rispondono ai parametri del mercato del sesso, diventa il luogo dove i tu- risti sessuali sono disposti a comprare il loro corpo pagando in dollari sonanti. Diego Battistessa luglio 2021 49 Le donne dell’esodo MC Hanno firmato questo dossier: DIEGO BATTISTESSA - Nato a Gordona (Son- drio), è laureato in Scienze per la pace all’Uni- versità di Pisa e specializzato in geopolitca alla Società italiana per l’Organizzazione interna- zionale (Sioi) di Roma, in Scienze giuridiche sociali all’Universidad Carlos III di Madrid e in Studi contemporanei dell’America Latina e dei Caraibi alla Universidad Complutense di Ma- drid. Dopo anni nel for profit , ha iniziato a lavo- rare per Ong internazionali, fondazioni e per le Nazioni Unite. Dal 2016 è docente e ricerca- tore per l’Istituto di Studi internazionali ed eu- ropei «Francisco de Vitoria» presso l’Università Carlos III di Madrid. Come studioso e giornalista collabora con radio, televisioni e testate italiane e straniere ( El Pais, Il Fatto Quotidiano, Osservatorio Diritti , tra gli altri) fo- calizzandosi sui temi della cooperazione inter- nazionale, diritti umani e migrazioni. È alla sua prima collaborazione con MC. A CURA DI PAOLO MOIOLA - Giornalista, reda- zione MC. FOTO DELLE COPERTINE - Donna venezue- lana accampata nella capitale Bogotà durante le chiusure per la pandemia a giugno 2020 (pag. 35; foto Daniel Garzon Herazo / Nur- Photo / AFP); ritratto di un giovane migrante venezuelano (pag. 50; foto Diego Battistessa). A sinistra: «Io proteggo le donne», promette la frase sul cappellino. | In basso: sulla strada di Cúcuta migranti ve- nezuelani con mascherina attendono in fila per avere cibo e medicine dalla Croce rossa (2 febbraio 2021). | Qui a lato: due donne migranti allattano i loro piccoli. Tra le migranti venezuelane ci sono mamme e donne incinte. © Cristal Montañéz - Hope

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