Missioni Consolata - Luglio 2021

© María Fernanda Pérez-Pixabay ossier L a Striscia, «la Raya», così si chiama po- polarmente lo spartiacque che, nella penisola della Guajira, divide ufficial- mente la Repubblica bolivariana del Ve- nezuela dalla Colombia. Si tratta di pochi metri che per migliaia di venezuelane e ve- nezuelani rappresentano la possibilità di un nuovo inizio. Per lungo tempo questa frontiera (mentre scriviamo la situazione è in evoluzione, ndr ), così come le altre tra Venezuela e Colom- bia, è rimasta chiusa. Le autorità permettevano solo il passaggio, a piedi, dei membri delle co- munità transnazionali indigene Wayuú, nativi della penisola della Guajira, che vivono a cavallo dei due stati. Per tutti gli altri l’unico passaggio era attraverso las trochas (i sentieri), che comun- que si trovano a pochi metri da «La Raya». Non esiste infatti un vero e proprio controllo militare di questa frontiera dal lato colombiano: gli unici funzionari presenti sono quelli di Migración Co- lombia , che non hanno funzione di ordine pub- blico. È così che, nonostante la pandemia da Covid-19 e le restrizioni, centinaia di persone continuano ad arrivare in Colombia dal fluido confine nel Nord del paese. LA MIGRAZIONE: LA VIA DELLA GUAJIRA Quando il destino è la strada Anche la penisola colombiana della Guajira è territorio di transito per molte migranti venezuelane. Tappa di un percorso verso altre città dove curarsi o partorire. O prostituirsi con i turisti del sesso. di DIEGO BATTISTESSA 46 Prima tappa a Maicao, Colombia Una volta entrati in Colombia, nel dipartimento della Guajira (che prende il nome dalla stessa penisola), la prima sfida per i migranti è riuscire a raggiungere la città più vicina: Maicao. Sì, per- ché «la Raya» si trova nella frazione di Paragua- chón, appartenente a Maicao, ma distante 12 km dall’urbe. A Paraguachón, esiste un primo centro di attenzione al migrante gestito da Acnur e dalla Croce rossa colombiana, ma si trovano anche decine di intermediari informali che offrono, a chi se lo può permettere, ogni tipo di servizio: trasporto, merce di contrabbando e cambio mo- neta, tra gli altri. Chi arriva a Paraguachón spesso viene dalla città venezuelana di Maracaibo (stato Zulia) e ha affrontato un lungo viaggio di più di 100 km con mezzi di fortuna (spesso sul sedile posteriore di una moto) e pagando i colectivos per avere «garanzia» di un passaggio sicuro. Una

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=