Missioni Consolata - Luglio 2021
43 I morti di Sonia S i chiama Sonia Bermúdez Robles, ha 65 anni e per tutta la vita ha avuto a che fare con la morte essendo una tanatologa forense. Sonia è originaria di Riohacha e proprio nella capitale della Guajira ha lavorato per più di 40 anni nell’isti- tuto di medicina legale, realizzando circa 5mila au- topsie. Nel 1996, a dieci chilometri dalla città, sulla via per Valledupar, Sonia occupa un terreno di cin- que ettari di proprietà del comune e inaugura il ci- mitero « Gente como uno » (Gente comune, come noi). Inizialmente il cimitero rispondeva all’esigenza di dare sepoltura agli N.N. e alle persone di bassa o nessuna capacità economica (persone che non sa- rebbero state sepolte nel cimitero centrale della città), ma con l’esplosione della crisi migratoria ve- nezuelana le cose sono cambiate drasticamente. A partire dal 2018, sono state decine le richieste rice- vute da Sonia per poter dare sepoltura ai migranti venezuelani morti nella Guajira: persone le cui fa- miglie non disponevano di risorse economiche per il funerale e delle quali né lo stato venezuelano, né quello colombiano, erano disposti a farsi carico. Di fronte a questa situazione Sonia ha risposto «pre- sente», e da quel momento ha dato cristiana sepol- tura a più di 500 migranti venezuelani nel suo cimitero, la maggior parte infanti e persone an- ziane. Il lavoro di Sonia è oggi riconosciuto interna- zionalmente, e anche l’Onu ha celebrato il suo esempio di solidarietà e costruzione della pace. Di.Ba Sonia dà sepoltura cristiana a poveri e migranti venezuelani. Qui sopra: il cimitero voluto da Sonia Bermúdez Robles; sotto, Sonia mostra alcuni loculi del «suo» cimitero. | A sinistra: prostituzione venezuelana per le strade della Colombia. | In basso a sinistra: un «ranchito» costruito da migranti in una zona d’invasione nel barrio San Mateo, periferia di Cúcuta. © Diego Battistessa © Diego Battistessa “ Le donne dell’esodo MC
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