Missioni Consolata - Luglio 2021
del generale José de Paula Santander e sede dello storico congresso del 1821 nel quale, sotto l’egida di uno dei grandi padri della patria co- lombiana, Antonio Nariño venne redatta quella che è passata alla storia come la costituzione di Cúcuta. A Villa del Rosario, in quello che oggi è il Parco Grancolombiano, oltre alla casa di Santan- der, si trova ciò che resta del Tempio del Con- gresso, semidistrutto dopo il terremoto del 18 di maggio 1875, passato alla storia come «il terre- moto delle Ande». «Trochas» e «trocheros» Proprio in questa cittadina così emblematica, oggi parte del conglomerato urbano di Cúcuta, si trova il quartiere chiamato «La Parada» (la fer- mata), punto di inizio della traversia di migliaia di venezuelane e venezuelani migranti. Si tratta del punto zero dell’esodo, uno dei luoghi sim- bolo del più grosso fenomeno migratorio che la storia recente dell’America Latina ricordi. Il rito di passaggio avveniva attraversando il ponte Simón Bolivar, costruito sul fiume Tachira, frontiera na- turale tra due paesi che alternano amore e odio, fin dai tempi dell’indipendenza. Scaramucce di- plomatiche prima, ed esigenze sanitarie poi, hanno reso terra desolata quei pochi metri di asfalto che uniscono due mondi così simili ma allo stesso tempo così diversi. Se i ponti sono chiusi (ma la situazione è in cam- biamento, ndr ), non è così però per le frontiere informali. Decine infatti sono le trochas , stretti passaggi tra la selva e il fiume Tachira che per- mettono quotidianamente a centinaia di persone di passare illegalmente da un lato all’altro del confine. A guidare i gruppi di migranti in questi sentieri della speranza attraverso acqua e fore- sta, sono i trocheros , persone che conoscono la zona e che hanno ottenuto il beneplacito dei gruppi criminali che controllano il contrabbando di merci e persone. Chiunque voglia passare dal Venezuela alla Colombia (e viceversa) deve scen- dere a patti con i colectivos (gruppi armati al S an José de Cúcuta, attuale capitale del dipartimento colombiano del Nord di Santander, è stata ed è una citta nevral- gica del Sud America. Il nome stesso di questa città rispecchia l’incontro-scon- tro di due mondi, essendo composto da San José (in onore alla figura biblica di Giuseppe, padre putativo di Gesù) e Cúcuta, nome del cacique del popolo indigeno Barí che dominava quelle terre prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli. Un luogo di lotta e insorgenza, una città nella quale, oltre alle numerose placche commemorative del passaggio del Libertador Simón Bolívar, sono pre- senti due statue in ricordo di donne che ne hanno segnato le vicende e la storia: una è dedicata a Doña Juana Rangel de Cuellar, che nel 1733 donò 782 ettari di terreno al sindaco della città di Pam- plona per promuovere la fondazione di Cúcuta; l’altra, all’interno del parco che porta il suo nome, è dedicata all’indipendentista Mercedes Abrego. Una placca commemorativa racconta la sua sto- ria: «Doña Mercedes Abrego de Reyes. Dama cu- cutegna, sarta che cucì e omaggiò al Libertador la sua elegante uniforme di Brigadiere con mo- tivo del trionfo di Bolívar su Ramón Correa, nei pressi di Cúcuta. Quando le truppe realiste ricon- quistarono la città nell’ottobre 1813, fu condan- nata a morte per aver aiutato i ribelli. Fu giustiziata il 21 di ottobre del 1813 per ordine di Bartolomé Lizon. Fu portata di notte, in vestaglia e scalza, dalla sua casa in Urimaco fino al luogo dell’esecuzione. Camminò per le strade della città sotto forte scorta. Una volta giunta nel luogo predisposto, l’ufficiale a capo della scorta chiese a chiunque si sentisse capace di tagliare con un solo colpo la testa ad una donna, di fare un passo avanti. Ignacio Salas fu il suo assassino, che riversò la sua sete di sangue sulla donna, de- capitandola con un solo colpo di sciabola: susci- tando in quel modo gli applausi e gli encomi dei suoi compagni d’armi». Più a Sud, nell’area metropolitana di Cúcuta, tro- viamo Villa del Rosario. Si tratta della città natale ossier A destra: l’entrata della «Casa de paso Divina Providen- cia», istituita dalla diocesi di Cúcuta e coordinata dal padre José David Cañas Pérez, a La Parada. 40 luglio 2021 LA MIGRAZIONE: LA VIA DI CÚCUTA Al di là del ponte Simón Bolívar Passare in Colombia costa soldi e rischi e non risolve i problemi. In aiuto dei migranti è scesa in campo anche la diocesi di Cúcuta. di DIEGO BATTISTESSA
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