Missioni Consolata - Luglio 2021

Sempre a Bolzaneto, una ra- gazza italiana, mentre veniva ac- compagnata dalla cella al bagno, fu costretta a camminare lungo il corridoio con le mani sulla testa abbassata. Fu colpita con calci. Venne derisa e minacciata. E venne, infine, insultata con i peg- giori epiteti. Frasi offensive in- trise di riferimenti sessuali. Quella ragazza, una volta uscita dal tunnel di quella violenza, pro- babilmente avrà sviluppato un doppio senso di colpa: per es- sersi trovata in quel luogo, ma anche per avere avuto paura di quei miserevoli torturatori. La persona torturata prova ver- gogna per la propria debolezza, per la propria scarsa resistenza alle pressioni psicologiche. Se la persona torturata è un uomo, prova vergogna per non * ITALIA 30 luglio 2021 MC Qui sopra: il logo dell’Associazione Antigone della quale Patrizio Gon- nella è presidente. Qui a destra: museo della prigione di Sighetu Marma ț iei - Maramure ș , Romania. A destra: la copertina di un rap- porto di Antigone del luglio 2020. * * * young shanahan / flickr.com La tortura secondo l’Onu Convenzione Onu del 1984 contro la tortura, ratificata dall’Italia con la legge n. 498/1988. Articolo 1. 1. Ai fini della presente Con- venzione, il termine «tor- tura» designa qualsiasi atto con il quale sono inflitti ad una persona dolore o soffe- renze acute, fisiche o psichi- che, segnatamente al fine di ottenere da questa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza per- sona ha commesso o è so- spettata di aver commesso, di intimidirla od esercitare pressioni su di lei o di intimi- dire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo ba- sato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funziona- rio pubblico o da qualsiasi al- tra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istiga- zione, oppure con il suo con- senso espresso o tacito. Tale termine non si estende al do- lore o alle sofferenze deri- vanti unicamente da sanzioni legittime, ad esse inerenti o da esse provocate. * hanno il senso di colpa di essersi salvati a differenza degli altri. Vergogna e senso di colpa fanno parte della semantica della tortura: il torturato, per otte- nere giustizia, deve essere ca- pace di raccontare le violenze subite, spesso umilianti, a qual- cuno che potrebbe non creder- gli. Per ridurre i danni sulla sua vita futura, avrà bisogno di anni di psicoterapia senza la quale potrebbe non uscirne salvo, sempre che disponga dei soldi per pagarsi un buon terapeuta. L’idea del suicidio resta sempre sullo sfondo come via di scampo alla vergogna e alla colpa. Il torturato, per fare sapere agli altri cosa ha subito, potrebbe es- sere costretto a denudarsi e mo- strare le ferite sul proprio corpo. CRIMINE CONTRO LA DIGNITÀ A Bolzaneto, a una ragazza che chiedeva di andare in bagno e di avere un assorbente, venne get- tata della carta appallottolata sul pavimento, attraverso le sbarre. La ragazza fu costretta a cam- biarsi l’assorbente in cella usando pezzi di vestiti. Il tutto alla presenza anche di uomini. Esiste un consolidato orienta- mento della giustizia internazio- nale secondo cui il rifiuto di dare gli assorbenti a una donna, di te- nere conto dei suoi bisogni in- timi, equivale a torturarla. Quella ragazza probabil- mente avrà provato ver- gogna di essere donna. La tortura spesso fa ver- gognare di essere se stessi. A volte, la violenza che origina la tortura è una vio- lenza sessuale. In alcuni casi la violenza sessuale è brandita come minaccia.

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