Missioni Consolata - Luglio 2021

Migrazioni | Controllo frontiere | Paesi centroamericani A MC 17 luglio 2021 MC attrezzate per la quarantena e con bombole di ossigeno. Sono stati mesi duri. La regione della Baja California è stata tra le più colpite in Messico, ma la consa- pevolezza del collasso del si- stema sanitario pubblico non ha sconfortato il direttore della Casa, padre Murphy ( riquadro a pag. 18 ) che, con gli altri collabo- ratori, ha deciso di dimezzare gli ingressi e aprire le porte alle fa- miglie. STORIA DI DORIS E GERSON I migranti che viaggiano con i bambini sono in costante au- mento. Non sono solo i nuclei fa- miliari a mettersi in viaggio, ma anche giovani padri soli con figli piccoli e ragazze in stato di gra- vidanza avanzato, che portando con sé i figli sperano di avere più possibilità di cruzar (attraversare) il confine e non essere respinti. Gli effetti a lungo termine della pandemia colpiranno soprattutto i ragazzi in età scolare perché le scuole pubbliche messicane sono chiuse da un anno e, anche se il centro fornisce una sala per giocare, educatori e aule con il computer, non tutti possono se- guire le lezioni online. Senza di- menticare che molti minori arri- vano analfabeti presentando di- sturbi del linguaggio e dell’ap- prendimento. Per fortuna, i bambini si abituano facilmente a tutto. Per loro la Casa del migrante è un luogo si- curo dove ci sono attività quoti- diane e persone che provano a colmare le loro lacune scolasti- che. Per mesi, nella sala giochi, a insegnare a leggere e scrivere c’è stata Doris , honduregna di 35 anni con un master in finanzia e uno in pedagogia. Doris, con suo marito Gerson e i loro due bambini di 3 e 6 anni, sono stati ospitati nella casa per 5 mesi (da ottobre 2020 a febbraio 2021), sono scappati da San Pedro Sula nell’estate del 2019 a causa delle continue minacce ricevute dalla criminalità locale. In Hondu- ras stavano bene, entrambi ave- vano studiato all’università e Gerson lavorava come inge- gnere in una famosa compagnia di bevande, ma ultimamente an- che le famiglie «normali» sono diventate un target per le gangs locali. Le cause che spingono i migranti provenienti da Guatemala, Hon- duras ed El Salvador sono di ori- gine politica, economica e am- bientale, ma soprattutto sociale: le persone fuggono dalla vio- lenza e da stati inadeguati e cor- rotti. Per molte famiglie la fuga rappresenta l’unica soluzione. Al tempo stesso, la pressione della minaccia comporta lo sviluppo di una resilienza naturale della quale sono portatrici soprattutto le donne. Infatti, più che il sogno di una vita negli Stati Uniti, esse cercano un luogo lontano dalla violenza che molto spesso subi- scono sui loro corpi. La sofferenza composta di Doris mi ha colpito più di altre: non si è lasciata mai andare, neppure quando ha saputo di aver perso la madre in Honduras e non po- terle dare neppure l’ultimo sa- luto. Eppure, il giorno dopo era di nuovo pronta a dedicarsi ai bambini. NOVELLI CARONTE Prima di Tijuana, la famiglia di Doris è stata in viaggio per un anno. Gerson, suo marito, mi ha spiegato che non puoi più tor- nare indietro, una volta che sei riuscito a resistere a violenze di ogni sorta. La meta iniziale era Tamaulipas, lo stato messicano al confine con il Texas, ma anche lì sono stati vittime di estorsione e sequestro. Hanno provato due volte ad attraversare il confine mettendosi in contatto con i coyotes , i trafficanti di uomini che si fanno pagare fino a 12mila dollari per superare il confine. I coyotes vengono trovati tramite © Federica Mirto © Federica Mirto I coyotes si fanno pagare fino a 12mila dollari. "

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