Missioni Consolata - Luglio 2021

Pare che Israele non riesca a tro- vare un’alternativa a Netanyahu. Prima di questo conflitto ab- biamo visto che c’era la possibi- lità di sostituirlo. La nuova guerra tra Hamas e Israele ha rimesco- lato le carte riportandolo al cen- tro della politica nazionale. Non bisogna farsi illusioni: Israele ideologicamente naviga decisa- mente a destra. Qualunque sia il primo ministro, sarà molto diffi- cile che la questione palestinese venga affrontata in maniera si- stematica come invece sarebbe stato possibile un paio di gene- razioni fa». ( A inizio giugno, è stato formato un nuovo governo che esclude Netanyahu e il suo Likud . Primo ministro è diventato - per il mo- mento - Naftali Bennet, ndr ). IRAN, TURCHIA E STATI UNITI Hamas e il Palestine islamic jihad godono di appoggi ira- niani e turchi. Al netto delle in- comprensioni storiche tra pale- stinesi ed ebrei, è possibile ve- dere l’attuale conflitto come una ritorsione della Turchia e dell’Iran contro gli «Accordi di Abramo» (tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, ndr )? Se così fosse, come mai Tehe- ran ha aspettato l’arrivo di Bi- den alla Casa Bianca e non ha invece iniziato la sua offensiva tramite terzi quando c’era Trump, il vero scardinatore dei delicati equilibri regionali? «Non credo che queste situa- zioni siano state scatenate dal- l’esterno. L’Iran e la Turchia hanno “preso l’autostop”, come si dice qui. Sono salite sul carro e hanno approfittato della situa- zione per fare quello che deside- ravano fare. Credo però che si debba prendere atto che le si- tuazioni sono state scatenate qui e si risolvono qui. La comunità internazionale, che sia Biden o che sia Erdogan o Khamenei, possono contribuire in un senso o nell’altro, ma non possono so- stituirsi ai due attori principali che sono Israele e la Palestina». GLI INCONTRI INTERRELIGIOSI Incontri interreligiosi tra musul- mani, cristiani e, in misura mi- nore, con gli ebrei ce ne sono stati, ma non hanno mai por- tato a sviluppi concreti nel pro- cesso di pace. Si era parlato anche di «educare alla pace» le nuove generazioni, fon- dando scuole, villaggi interreli- giosi, anche scuole musicali. Tutto questo cosa serve se poi, una volta nei loro quartieri, tra i loro amici e magari anche in famiglia, ognuno torna ad es- sere antiqualcosa? «Bisogna distinguere: ci sono dialoghi interreligiosi visti come grandi eventi, che lasciano senz’altro il tempo che trovano. Credo che si debba continuare a farli perché, nell’era delle imma- gini, esse contano e sono impor- tanti. Il problema di questi incon- tri religiosi ad alto livello è che non arrivano al territorio e i lea- der che li guidano o che parteci- pano, molto spesso non hanno un concreto legame con il terri- torio. In secondo luogo, bisogna dire che, soprattutto nel caso di ebraismo e islam, non esiste un’autorità comune a tutti. Quindi, tu puoi trovare l’ebreo che partecipa, ma ce ne sarà un altro che la pensa esattamente al contrario; non c’è un’autorità che unifica e che accompagna tutti. Questo rende tutto oggetti- vamente molto più complesso. A livello di territorio ci sono, è vero, tantissime iniziative, a partire dalle scuole. A cosa servono? Servono innanzitutto a noi per- ché ne abbiamo bisogno. Ab- biamo bisogno di incontrare e trovare gente che ci crede e che ti dà un respiro, che credono nel- l’azione. È vero, molti di questi torneranno a essere sostenitori di Hamas o di Bennet, forse della destra estrema di qui o di là, ma non tutti. Credo, quindi, che sia importante avere queste piccole oasi di antivirus che non riusci- ranno certo a fermare la malattia, però qualche anticorpo resterà in circolo. Non guardiamo all’e- sito perché, se guardassimo solo a esso, non faremmo nulla. Biso- gna agire innanzitutto perché ci crediamo». * ISRAELE-PALESTINA 12 luglio 2021 MC Qui sopra: Benjamin Netanyahu (Israele), a inizio giugno spode- stato da Naftali Bennet ( in basso ); a sinistra: Ismail Haniyeh (Hamas) e Mahmoud Abbas (al-Fatah). | In basso: una vista del Monte del tempio (Spianata delle moschee), nella vecchia Gerusalemme. *

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