Missioni Consolata - Giugno 2021
librarsi 82 giugno 2021 MC una serie di post tratti dal suo blog «Buongiorno Africa!». Quello che offre questo «libro di libri» è un diario di viaggio po- tentissimo. Chi ha letto qualcosa di Ryszard Kapu ś ci ń ski, tra que- ste pagine si sentirà a casa. Raffaele Masto è stato un gior- nalista di razza, che lasciava la scrivania e andava a lavorare sul campo. Soprattutto girava al largo dai luoghi comuni. Pochi mezzi, pochi soldi, ma idee chiare e un obiettivo ben definito: vedere con i propri oc- chi, se possibile, cercare di ca- pire, e poi raccontare. Esiste un sito dedicato a Masto, www.amicidiraffa.it . È nata an- che un’associazione, è stato isti- tuito un premio che porta il suo nome, e creato un centro di documentazione. Il lavoro di Raffaele, la sua testimonianza, non devono andare perduti. Sante Altizio perso le gambe scambiando una mina per un giocattolo, di un autista di taxi, di un conta- dino in attesa della pioggia che non arriva mai. A 12 mesi dalla scomparsa di Masto, i colleghi e gli amici di una vita hanno pubblicato, a firma di Raffaele, L’Africa risco- perta. Memorie di un reporter , una raccolta di alcuni dei suoi reportage più belli arricchita con * PRETI VERDI S’ intitola Preti verdi , è uscito per Edizioni Terra Santa. Lo ha scritto il giornalista toscano Mario Lancisi, al quale si devono già diverse apprezzatissime pub- blicazioni su don Milani. È un libro che possiamo tran- quillamente definire «necessa- rio», e la ragione è racchiusa, prima di tutto, nel suo sottoti- tolo: L’Italia dei veleni e i sacer- doti simbolo della battaglia ambientalista . Mario Lancisi ha incontrato e raccontato la vicenda di dieci territori dall’ecosistema deva- stato e di altrettanti sacerdoti che hanno speso e spendono la propria vocazione per sanare la ferita inferta alle persone che quel territorio lo vivono. Si tratta di don Palmiro Prisutto, don Giuseppe Trifirò, padre Nicola Preziuso, padre Maurizio Patriciello, don Marco Ricci, don Michele Olivieri, pa- dre Guidalberto Bormolini, don Albino Bizzotto, don Gabriele Scalmana e padre Bernardino Zanella. Il libro traccia un viaggio dolo- roso, quasi una Via Crucis che, dalla Sicilia, passando per Ta- ranto e «la terra dei fuochi», porta al Veneto. A segnare le tappe di questo terribile Giro d’Italia senza bici- cletta sono le migliaia di morti provocate dalla devastazione ambientale. Bambini, donne, uomini, comunità intere deci- mate da forme tumorali le cui cause sono da ascrivere alla voracità di gruppi industriali e organizzazioni mafiose. La dedica del libro è chiara: «A tutti i morti di tumore per l’in- quinamento e i veleni provo- cati da uno sviluppo economico che mette al centro il profitto e non l’uomo». A dare il via a questo corag- gioso lavoro di Lancisi è l’enci- clica Laudato si ’ che rimette al centro del dibattito ecclesiale la tutela dell’ambiente, il rispetto del creato, i danni (spesso irre- parabili) che ricadono su popo- lazioni inermi e incolpevoli. E poi c’è la pandemia. An- ch’essa è stata, per l’autore di Preti verdi un elemento nodale. «A noi interessa un’ipotesi di lavoro, che affiora anche in questo viaggio: forse c’è un nesso causa-effetto tra inqui- namento della terra e coronavi- rus. Forse. Non è questa la sede per discuterne. Preme sottoli- neare che la dicotomia “salute e lavoro” che caratterizza il li- bro ha attraversato anche l’anno del Covid-19. Viene prima la borsa o la vita?». Qui: Mario Lancisi, Preti verdi , Edizioni Terra Santa, Milano 2021, pp. 192, 15,90€. Sotto: Raffaele Masto, L’Africa riscoperta. Memorie di un reporter , Amici di Raffa, pp. 440, 20€. * * C ambiamo genere. Passiamo alle inchieste giornalistiche di un grande reporter che, purtroppo, il 28 marzo del 2020 ci ha lasciato: Raffaele Masto. Raffaele è stato uno dei più at- tenti cronisti di «cose africane». Come responsabile esteri della storica emittente milanese Ra- dio Popolare, per oltre 20 anni, ha percorso l’Africa da Nord a Sud, e ne ha raccontato la vita, la sofferenza, le speranze pun- tualmente tradite. Ha scritto una dozzina di libri sul continente, alcuni tradotti in mezzo mondo. I racconti di Raffa, come lo chia- mavano gli amici, aveva un par- ticolare marchio di fabbrica: non esprimevano amore per i po- tenti. La sua Africa era sempre letta attraverso gli occhi di un profugo che ha perso tutto, di una donna che prende l’acqua al pozzo, di un bambino che ha
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