Missioni Consolata - Giugno 2021
mento dei nostri rifiuti tecnolo- gici, come ad esempio in di- verse regioni o città africane, che si stanno trasformando in discariche a cielo aperto di rifiuti tecnologici dei paesi occiden- tali. Questo avviene perché gli impianti per il corretto tratta- mento dei rifiuti elettronici sono all’avanguardia, ma co- stosi. Si stima che già nel 2006, in Europa siano stati prodotti tra 8-12 milioni di tonnellate di Raee, ma attualmente si pensa che la loro percentuale rispetto al totale dei rifiuti solidi urbani sia equivalente a quella degli imballaggi in plastica. Il loro deforestazione. Apparente- mente la lettura dei testi digitali sembra rivoluzionaria per l’am- biente, ma un attento esame di- mostra che la sua impronta ecologica è piuttosto elevata e non si discosta da quella della carta stampata. Questo perché non possiamo considerare solo i consumi del nostro dispositivo elettronico, ma dobbiamo in- nanzitutto considerare i con- sumi e gli scarti relativi al suo in- tero ciclo di vita e quelli di tutta la tecnologia necessaria per fare arrivare i testi fino al nostro dispositivo. In pratica, dobbiamo tenere conto delle materie prime utilizzate per la costru- zione del nostro dispositivo, tra cui le terre rare, come il coltan, estratte con procedimenti e in luoghi rischiosi per i lavoratori, soprattutto perché spesso tea- tro di guerre per la loro appro- priazione. Dobbiamo, inoltre, considerare il quantitativo di energia necessario sia per la sua costruzione, che per il suo trasporto fino a noi da luoghi lontanissimi e che per tale tra- sporto sono necessari mezzi ad altissimo consumo energetico come navi mercantili o aerei e autotreni. Certo non possiamo comparare il consumo di ener- gia per la costruzione di un di- spositivo elettronico con quella per la produzione di un singolo libro o rivista o giornale. Come dicevo prima, il nostro disposi- tivo può contenere fino a qual- che migliaio di libri e, se siamo dei lettori particolarmente assi- dui, almeno in considerazione di questo fatto, potremmo pensare ad un risparmio energetico con R MC la lettura di testi digitali. Il nostro dispositivo però ha bisogno di corrente per funzionare, mentre se leggiamo di giorno basta la luce solare. Una caratteristica dei dispositivi elettronici è che la loro vita è piuttosto breve, sia perché le batterie al litio, di cui sono do- tati, durano pochi anni, sia per- ché caratterizzati dall’obsole- scenza programmata. Dopo un po’, infatti, pc, tablet ed e-rea- der non riescono più a effet- tuare i necessari aggiornamenti per adeguarsi ai nuovi sistemi operativi e alle nuove app (ap- plicazioni), che hanno bisogno di una memoria sempre più am- pia per funzionare. La batteria esaurita e l’obsolescenza pro- grammata ci portano, quindi, a cambiare i nostri dispositivi dopo pochi anni di uso, anche se ancora funzionanti e a do- verli smaltire come Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). LO SMALTIMENTO Il corretto smaltimento di questa tipologia di rifiuti è un processo multifase, lungo e costoso, che prevede il recupero e il riutilizzo di buona parte dei componenti. Tuttavia, non sempre questi ri- fiuti tecnologici vengono smaltiti correttamente, con il rischio che le sostanze tossiche contenute nei loro componenti, se gettati in discariche e non trattati in modo adeguato, possano inqui- nare l’ambiente. È quello che sta capitando in molti paesi a basso reddito, dove viene effettuato in modo il- legale e non tracciato lo smalti- © airphone S ebbene sia difficile quantificarlo, secondo una recente ricerca di Greenpeace, il con- sumo energetico di internet è circa il 7% dell’energia elet- trica mondiale. Il suo rilascio di CO2 sarebbe di circa un miliardo e 850 milioni di ton- nellate cubiche all’anno, cioè circa 400 grammi per ciascun utente di internet. E l’energia utilizzata dai grandi data center è «pulita» o «sporca», cioè deriva da fonti rinnova- bili o no? Secondo un altro report del 2017 di Green- peace, che ha preso in consi- derazione i grandi data center e una settantina tra siti web e applicazioni, per quanto ri- guarda l’utilizzo di energia pulita, per le loro operazioni negli Usa, al primo posto si trova Apple con l’83% di energia pulita, seguita da Facebook con il 67%, Google con il 56%, Microsoft con il 32%, Adobe con il 23% e Oracle con l’8%. La restante parte di energia usata è for- nita da gas naturale, centrali a carbone e nucleare. RTN Impronta digitale Quanto inquina Internet? 63 giugno 2021 MC
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