Missioni Consolata - Giugno 2021

ché un dispositivo può conte- nere migliaia di testi, questi si possono scaricare in un attimo e non devono essere traspor- tati, quindi apparentemente non c’è inquinamento. Nemmeno per spostarsi con un mezzo di trasporto per il loro acquisto, dal momento che esso può essere effettuato su internet. Inoltre i testi sono dematerializzati, quindi non si contribuisce alla le significative innovazioni intro- dotte negli ultimi anni dall’indu- stria cartaria italiana, per ottimiz- zare i consumi, hanno permesso di arrivare a un consumo attuale di soli 26 metri cubi di acqua dolce per tonnellata, contro i 100 della fine degli anni ‘70. Inoltre solo il 10% dell’acqua utilizzata nell’intero processo produttivo è costituito da acqua fresca, men- tre il 90% è acqua di riciclo. Tra i maggiori inquinanti rila- sciati con le acque reflue dall’in- dustria cartaria c’è il mercurio, che viene trasformato dai mi- crorganismi degli strati superfi- ciali dei sedimenti marini in me- tilmercurio, una forma estrema- mente tossica del metallo, che entra nella catena alimentare at- traverso il plancton, percorren- dola interamente fino ai pesci di grossa taglia, i grandi predatori, in cui si concentra in maggiore quantità, a causa del processo di biomagnificazione. Anche gli inchiostri utilizzati per la stampa contribuiscono all’in- quinamento sia delle acque, du- rante la loro produzione, che dell’aria, durante il loro uso, per via dei solventi in essi presenti. Bisogna inoltre considerare il trasporto sia della carta alle case editrici, che dei prodotti stampati ai punti di vendita o a casa dei lettori, nel caso della distribu- zione attraverso le grandi piat- taforme di vendita on line. L’IMPRONTA DIGITALE La lettura di testi per mezzo di un dispositivo elettronico come un e-reader, un tablet o un pc sembrerebbe essere molto più «leggera» per l’ambiente , ri- spetto alla carta stampata, per- nostra madre terra carta, come derivato del legno, rappresenta un magazzino di CO 2 per tutto il suo ciclo vitale. Per quanto riguarda le emis- sioni di gas a effetto serra , quelle dell’industria della carta si sono ridotte del 22% tra il 2005 e il 2013, e attualmente rappresentano l’1% del totale di quelle dell’industria manifattu- riera (che rappresentano a loro volta il 29% delle emissioni di gas climalteranti a livello mon- diale), contro il 6% dell’industria dell’estrazione e lavorazione dei minerali non metallici, del 4,8% di quella del ferro e dell’acciaio, del 4,3% del settore petrolchi- mico, dell’1,4% di quella dei me- talli non ferrosi, dell’1,1% della produzione del cibo e del ta- bacco e del 10,5% di altri tipi d’industrie. Bisogna comunque considerare che alcuni tipi di carta, come quella dei giornali e dei materiali da imballaggio sono costituiti completamente da fibre rici- clate . In Europa, nel 2020, la raccolta differenziata della carta si è attestata intorno all’81% con una lieve flessione di 3 punti percentuali dovuta all’emer- genza sanitaria da Covid-19. Nello stesso anno, in Italia, la raccolta è stata del 70%, pari a 9,6 milioni di tonnellate. Naturalmente, quando si consi- derano i consumi e le emissioni per produrre libri, giornali e rivi- ste cartacei, bisogna tenere conto che per la produzione della carta sono necessari dei procedimenti che comportano sia l’utilizzo che l’inquinamento dell’ acqua . Per quanto riguarda l’utilizzo di acqua necessario a produrre una tonnellata di carta, 62 giugno 2021 MC Qui sotto: i loghi di Fsc ( Forest stewardship council ) e Pefc ( Pro gramme for the endorsement of forest certification ), organizzazioni che certificano un utilizzo sostenibile delle foreste. Sopra: un triciclo carico di carta da riciclare in Viet nam. A destra: il corretto smalti mento dei cellulari (e dei rifiuti elettronici in generale) è possibile, ma costoso. * © alco - Pixabay

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