Missioni Consolata - Giugno 2021
N el tentativo di ridurre la nostra impronta ecologica, talvolta ri- schiamo di fare delle scelte sbagliate a causa di una visione incompleta delle que- stioni ambientali. Uno dei luoghi comuni più frequenti è che leg- gere libri o riviste in formato di- gitale sia un modo di salvaguar- dare l’ambiente, perché in tal modo si riducono il consumo di legname e di acqua e le emis- sioni di gas a effetto serra. Ma è proprio così? Per rispondere a questa domanda è necessario confrontare l’intero ciclo di vita di libri e riviste cartacee da un lato e delle tecnologie digitali MC R nostra madre terra 61 giugno 2021 MC VECCHI E NUOVI STRUMENTI Carta versus digitale (conmolte sorprese) La carta è un prodotto che genera un forte impatto sull’ambiente. È meglio scegliere il digitale? Non è detto. Per valutare l’impronta ecologica di un dispositivo elettronico occorre infatti considerare il suo intero ciclo di vita. di Rosanna Topino Novara UOMO, AMBIENTE, FUTURO utilizzate nella trasmissione, ri- cezione ed elaborazione di dati (Ict) dall’altro. Il metodo da utiliz- zare è l’Lca ( Life cycle asses- sment o analisi del ciclo di vita), che ci dà un’esatta valutazione dell’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio perché prende in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita che lo ri- guardano, partendo dall’estra- zione delle materie prime ne- cessarie alla sua produzione fino allo smaltimento del pro- dotto finale. IL CICLO DELLA CARTA Per quanto riguarda la carta, essa, per essere prodotta, ri- chiede il legname. Per fortuna, una quantità sempre maggiore di carta viene recuperata tra- mite la raccolta differenziata. Il riciclo però non è possibile al- l’infinito, perché ogni volta la lunghezza delle fibre, di cui è costituita la carta, si riduce un po’ (e questo è il motivo per cui anche la carta riciclata deve contenere una minima quantità di fibre nuove). La produzione della carta, tutta- via è responsabile della defore- stazione solo in minima parte. Secondo il Wwf, infatti, la defo- restazione e il grave degrado delle foreste naturali sono do- vuti a molteplici fattori, tra cui l’agricoltura intensiva, il disbo- scamento non sostenibile, l’atti- vità mineraria, la costruzione di nuove strade e l’aumento del numero e dell’intensità degli in- cendi. Del legname raccolto, il 50% viene usato per produrre ener- gia, il 28% per le costruzioni, mentre per la produzione di carta viene impiegato circa il 13%. Nel mondo, l’area con cer- tificazione di gestione forestale è passata da 18 milioni di ettari nel 2000 a 438 milioni nel 2014. Mentre le foreste naturali rap- presentano il 93% dell’area bo- schiva mondiale, quelle piantate sono il 7%. Anche queste ultime, come le naturali, possono assor- bire CO 2 dall’atmosfera. La © Luisella Planeta Leoni - Pixabay
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