Missioni Consolata - Giugno 2021

Q UARTO . Il 20 giugno 1995 si iniziò una presenza missionaria a Waverley e Mamelodi West rispet- tivamente un sobborgo e una township di Preto- ria, capitale del Sudafrica. Qui uno degli obiettivi era rafforzare la consapevolezza della responsa- bilità missionaria nella chiesa locale, e formare giovani a diventare missionari della Consolata dal Sudafrica al mondo. Avendo lavorato per molti anni in aree rurali, dai primi anni Novanta, consapevoli del fenomeno di urbanizzazione, i missionari della Consolata iniziarono una presenza in diverse townships , inizialmente nella diocesi di Dundee e successi- vamente nell’arcidiocesi di Johannesburg (Davey- ton 2004). Molti giovani furono accompagnati nel loro discernimento vocazionale, le comunità parrocchiali pregavano per le vocazioni e una squadra vocazionale diocesana fu attivata nella diocesi di Dundee, dove religiose e religiosi, preti e clero locale potevano incontrarsi e pianificare periodicamente. Una squadra simile fu realizzata pure in Eastern Deanery, Pretoria. Sfortunata- mente queste due squadre dovettero sciogliersi per mancanza di nuove forze, dopo la tragica morte del padre comboniano Giorgio Stefani a Pretoria (20 ottobre 2005), e di suor Anna Thole, delle Nardini Sisters, nella diocesi di Dundee (1 aprile 2007). Qui: da sinistra, i padri Tarci- sio Foccoli, Giovanni Viscardi, Giovanni Berté, José Luis Ponce de León e Carlos Domingos, nei primissimi anni 2000. A sinistra: padre Dietrich Pen- dawazima con alcuni giovani alla parrocchia di Daveyton, arcidiocesi di Johannesburg. South Africa 50 MC Due passaggi ulteriori Il padre John Berté (andato in Paradiso il 5 gen- naio 2005), all’epoca, non mi aveva menzionato altri possibili passaggi storici. Voglio però aggiungere due passaggi successivi che reputo importanti. Q UINTO . Grazie all’intuizione del consigliere gene- rale per l’Africa, padre Matthew Ouma, il primo settembre 2008 ha aperto i battenti il seminario teologico interculturale di Merrivale (Kwa Zulu Natal), e un anno dopo è stata pure aperta la parrocchia St. Martin de Porres, Woodlands, nell’arcidiocesi di Durban. Il seminario è compo- sto dagli studenti religiosi professi della Conso- lata originari di diversi paesi dell’Africa, ma non ancora da sudafricani. S ESTO . Un nuovo capitolo della storia dell nostro istituto in Sudafrica è iniziato nel 2016, con l’apertura della missione nel piccolo regno di Eswatini (che si scrive pure eSwatini, ndr ), dove il missionario argentino José Luis Ponce de León è diventato il vescovo della diocesi di Manzini, l’unica nel piccolo regno. Passato remoto Voglio ricordare qui due momenti storici che hanno anticipato la nostra presenza in Sudafrica e hanno legato l’istituto al paese. Nel 1940, 89 missionari della Consolata furono portati dagli inglesi in Sudafrica dal Kenya, come prigionieri di guerra italiani. Furono rinchiusi a Koffiefontein, cittadina mineraria nel Free State al centro del paese, per tre anni. Nel 1948 alcuni missionari, invece, furono man- dati dall’Italia all’Università di Cape Town, per specializzazioni o per accreditare i loro titoli di studio secondo il sistema britannico, prima di partire per Kenya e Tanzania come insegnanti. Devo infine ricordare che, anche se l’Istituto è presente nel paese da così tanti anni, non c’è an- cora un missionario della Consolata sudafricano, perché inizialmente l’obiettivo fu lo sviluppo della chiesa sudafricana, attraverso la promo- zione del clero locale. Rocco Marra giugno 2021 39 Dopo aver lavorato per anni in aree rurali, consapevoli della realtà dell’urbanizzazione, iniziarono una presenza nelle townships . “ © A MC

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