Missioni Consolata - Maggio 2021
80 amico maggio 2021 MC nità è stato costretto a fuggire . Lavoro di gruppo: dopo aver spiegato la differenza tra mi- grante e rifugiato, l’animatore di- vide i ragazzi in gruppetti per ri- spondere a queste domande: Quali sono le nazioni di prove- nienza dei rifugiati? E le nazioni di destinazione? Quali i fattori che li spingono a emigrare e quelli che li attraggono verso una determinata meta? Dalla condivisione dei lavori di gruppo e alla luce anche di Ft 37-38, l’animatore fa emergere una visione del fenomeno mi- gratorio non condizionata da pregiudizi. In conclusione dell’incontro sa- rebbe utile e bello ospitare la testimonianza di un migrante. CONCLUSIONE L’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo d’incontro (cfr. Ft 66). Avere una visione realistica del fenomeno migratorio ci aiuta a capire che l’accoglienza è una questione di giustizia. Si potreb- bero approfondire anche i motivi per cui i paesi di provenienza dei migranti, spesso molto ricchi di risorse, sono poveri. Al di là di ogni lettura o diagnosi, ritorniamo a Gesù che invita a guardare l’uomo mezzo morto sulla strada e a soccorrerlo, a non essere indifferenti e a do- nargli tempo e vicinanza. L’animatore legge ancora Ft 81 e 129 e lo commenta. Chiamata all’azione: infine l’ani- matore invita i ragazzi a far emergere attraverso il confronto alcune proposte da attuare, in- sieme e personalmente, per cre- scere nell’accoglienza. Concludiamo l’incontro con la lettura della poesia A mio fra- tello bianco di Leopold Sedar Senghor. Preghiera: Ave Maria presen- tando alla Madre ogni figlio che cerca la vita. Felicia Romano e Gonzalo Salcedo (Comunità Missionaria di Villaregia) Perché noi possiamo emigrare ma non tutti vogliamo accogliere gli immigrati? L’animatore legge il seguente testo, alla fine chiederà di chi parla: «Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città, dove vivono vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro, affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. [...] Tra loro parlano lingue a noi incom- prensibili. Molti bambini ven- gono utilizzati per chiedere l’ele- mosina, ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini anziani invocano pietà con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti». Si tratta della relazione dell’I- spettorato dell’immigrazione per il Congresso Usa dell’ottobre 1932 riferita ai migranti italiani. 5. I MIGRANTI OGGI L’animatore mostra il video Glo- bal Trends 2019: l’1% dell’uma- 4. DIRITTO A EMIGRARE «Allarghiamo la nostra cerchia, dando alla nostra capacità di amare una dimensione univer- sale, in grado di superare tutti i pregiudizi, tutte le barriere stori- che o culturali, tutti gli interessi meschini» (Ft 83). Dinamica: dove viaggerai? Chiedere ai ragazzi che scrivano su un post-it dove piacerebbe loro fare un viaggio e perché. Se immaginano che un giorno po- tranno andare all’estero per stu- dio o lavoro. L’animatore fa poi emergere che non tutti nel mondo possono an- dare dove vogliono, e proietta il sito www.passportindex.org dal quale si ricava che un italiano può viaggiare in 98 paesi senza visto, mentre, ad esempio, un congolese in dodici, un iracheno in quattro. Ai cittadini di molti paesi, poi, il visto non viene con- cesso. Così, l’unico modo per loro è spendere molto più de- naro rispetto a un biglietto aereo e, soprattutto, rischiare la vita viaggiando in modo irregolare. I migranti italiani che sono an- dati o nati in altri paesi del mondo nell’ultimo secolo sono tra 60 e 80 milioni, cioè pari agli attuali abitanti del nostro paese. Amico mondo UN Photo/Tobin Jones - campo di Dayniile IDP alla periferia di Mogadiscio, Somalia
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