Missioni Consolata - Maggio 2021

Le nostre email: redazione@rivistamissioniconsolata.it / mcredazioneweb@gmail.com R R MC 7 maggio 2021 MC gnificativi della sua vita missiona- ria. Con l’aiuto del Signore, della Madonna Consolata, di bravi col- laboratori e di numerosi benefat- tori, è stato possibile realizzare il «miracolo di Ikonda», una realtà che continua e che dona conso- lazione a molti malati che giun- gono all’ospedale alla ricerca di cure qualificate. «Come dissi al ricevimento presso l’Ambasciata - ha osser- vato padre Sandro -, questo è un premio che non è per me, ma è per tutti coloro che hanno reso possibile il “miracolo di Ikonda”. Io sono stato solo un rappresen- tante. Quindi voglio cogliere l’oc- casione per dire che questo è il riconoscimento e un ringrazia- mento a tutti i benefattori e a co- loro che, con le proprie compe- tenze, hanno collaborato con ge- nerosità a realizzare l’ospedale di Ikonda». Dall’ottobre 2020, padre San- dro Nava e la dr.ssa Manuela Buzzi, accogliendo il caloroso in- vito del vescovo della diocesi di Singida, mons. Edward Mapunda, hanno iniziato una nuova espe- rienza, sempre in Tanzania, presso il Makiungu Hospital. Il Makiungu Hospital è nato nel lontano 1954. La zona dove sorge questa struttura è poveris- sima e la gente vive affidandosi ad una agricoltura di sussistenza. L’ospedale necessita di una ri- strutturazione generale, sia per quanto riguarda le costruzioni, divenute ormai inadeguate e in gran parte fatiscenti, sia per quel che concerne le attrezzature e la diagnostica. «L’augurio che mi è stato ri- volto in occasione della conse- gna del premio e che rivolgo a tutti i benefattori - ha aggiunto padre Sandro - è che anche al Makiungu Hospital riusciamo a fare qualcosa di importante e in- dispensabile per questa povera gente. Non sarà facile per tante circostanze, però ai “miracoli” crediamo. Se tutti sogneremo la stessa cosa, in qualche modo riu- sciremo a tradurre i sogni in realtà». Marta Magni Barzaghi 25/03/2021 «NULLA SOSTITUISCE IL VEDERE DI PERSONA» Nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona. Alcune cose si possono imparare solo facen- done esperienza. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. La forte attrattiva di Gesù su chi lo incontrava dipendeva dalla verità della sua pre- dicazione, ma l’efficacia di ciò che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I disce- poli non solamente ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare. Infatti, in Lui - il Logos incarnato - la Parola si è fatta Volto, il Dio invisibile si è lasciato vedere, sentire e toccare, come scrive lo stesso Giovanni ( cfr 1 Gv 1,1-3). La parola è efficace solo se si «vede», solo se ti coinvolge in un’esperienza, in un dialogo. Per questo motivo il «vieni e vedi» era ed è essenziale. Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel no- stro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica. «Sa parlare all’infinito e non dir nulla. Le sue ragioni sono due chicchi di frumento in due staia di pula. Si deve cercare tutto il giorno per trovarli e, quando si son trovati, non valgono la pena della ricerca». [W. Shakespeare, Il mercante di Venezia , Atto I, Scena I]. Le sferzanti parole del dramma- turgo inglese valgono anche per noi comunicatori cristiani. La buona no- vella del Vangelo si è diffusa nel mondo grazie a incontri da persona a persona, da cuore a cuore. Uomini e donne che hanno accettato lo stesso invito: «Vieni e vedi», e sono rimaste colpite da un «di più» di umanità che traspariva nello sguardo, nella parola e nei gesti di persone che testimoniavano Gesù Cristo. Tutti gli strumenti sono im- portanti, e quel grande comunica- tore che si chiamava Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui, di vederlo durante un’assemblea o in un colloquio individuale. Verificavano, vedendolo in azione nei luoghi dove si trovava, quanto vero e fruttuoso per la vita fosse l’annuncio di salvezza di cui era per grazia di Dio portatore. E anche laddove questo collaboratore di Dio non poteva essere incontrato in per- sona, il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai disce- poli che inviava ( cfr 1 Cor 4,17). «Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti», affer- mava sant’Agostino, esortando a riscontrare nella realtà il verifi- carsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture. Così il Vangelo riaccade oggi, ogni qual volta riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù. Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fa- scino dell’avventura cristiana. La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono. Dal messaggio di papa Francesco per la 55ª Giornata mondiale per le comunicazioni sociali. © AfMC / Jaime C. Patias

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