Missioni Consolata - Maggio 2021

D opo le convulse settimane che fecero seguito all’8 settembre 1943, periodo nel quale la macchina bel- lica italiana si sfasciò, prima ancora che il paese po- tesse riprendersi dal collasso, uomini e donne dal carattere nobile seppero trovare nelle loro coscienze e nelle loro qualità di fondo le forze che permisero al nostro paese di risollevarsi e di guardare con fiducia al futuro. In questo con- testo, il giovane vicebrigadiere Salvo D’Acquisto fu capace di assumere il ruolo gigantesco e pur umile di un martire cri- stiano. Per capire meglio la vicenda di questo giovane biso- gna ricostruire l’episodio accaduto il 23 settembre di quel- l’anno a Palidoro, una località sulla costa tirrenica a pochi chilometri da Roma. Truppe naziste avevano occupato la zona e un reparto di paracadutisti tedeschi della 2ª Fallschirmjäger-Division (2ª divisione cacciatori) era accasermato presso alcune vecchie postazioni già in uso alla Guardia di Finanza nelle vicinanze della località Torre Perla di Palidoro. Qui, nel tardo pomeriggio del 22 settembre 1943, alcuni di loro, mentre ispezionavano l’antica torre saracena in riva al mare, usata dalla Finanza come deposito di materiale illegale sequestrato ai pescatori, furono investiti da un’esplosione, probabilmente causata da un ordigno rudimentale usato da pescatori di frodo, a suo tempo sequestrato dai finanzieri. Due paracadutisti morirono e altri due rimasero feriti. Quel che realmente accadde non si conosce ancora con preci- sione, ma certo la reazione dei soldati fu immediata e dura, pensando a un attacco di partigiani. 61. Salvo D’Acquisto, donare la vita Salvo, com’era la situazione generale in quel momento? Nella zona, abitata prevalente- mente da gente impoverita dalla guerra, non operavano gruppi partigiani. A Torrimpietra si tirava avanti con fatica, tanto che io stesso avevo spesso condiviso le razioni della caserma con i più poveri. Che ci faceva un napoletano come te in quella zona? Nato nel ‘20, ero cresciuto nel quartiere del Vomero. Avevo cer- la rubrica di Mario Bandera MC R 4 chiacchiere con ... INTERVISTE IMPOSSIBILI CON «I PERDENTI» cato di studiare, partecipavo alla vita della parrocchia e mi piaceva cantare, ma presto avevo dovuto cominciare a lavorare con un mio zio. Quando a 18 anni ho ricevuto la cartolina di leva, ho scelto di entrare nei carabinieri, come già diversi miei parenti avevano fatto. Entrato nel ’39, nel 1940 mi hanno mandato con il mio re- parto in Libia, dove sono anche stato ferito a una gamba. Rien- trato nel 1942, a settembre ho frequentato il corso accelerato per allievi ufficiali a Firenze e ne sono uscito come vicebrigadiere. Ho chiesto io stesso di essere mandato in una stazione di peri- feria per essere più vicino ai po- veri. Mi hanno mandato a Torrim- pietra, non lontano da Fiumicino. In breve avevo conosciuto quasi tutti. Poi è successo quel terribile incidente. Dopo la morte dei soldati, che accadde? Quel 22 settembre 1943, la sera tardi, dopo lo scoppio della 68 maggio 2021 MC da Wikipedia - fonte carabinieri.it

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