Missioni Consolata - Maggio 2021

Noi e Voi Va anche notato che la rico- struzione fatta dai Vangeli si ri- trova sostanzialmente anche in Giuseppe Flavio e in Tacito. Ma questo basta per dire che gli e- vangelisti hanno attenuato le re- sponsabilità dei romani nella morte di Gesù e hanno dato tutta la colpa solo ai «Giudei»? Che sulla base dei racconti e- vangelici si sia costruito anche l’antigiudaismo cristiano purtrop- po è vero. Anche se questo, in realtà, è successo diversi secoli dopo la stesura dei Vangeli stes- si. Purtroppo anche espressioni della Liturgia cattolica preconci- liare rivelavano l’influsso di que- sta mentalità. Ma dare la colpa agli evangeli- sti dell’antisemitismo non è giu- stificato. Non vanno dimenticati infatti due punti importanti. • Per i Vangeli i responsabili della morte di Gesù sono i «Giu- dei» sì, ma questi - ed è chiarissi- mo soprattutto in Giovanni - non indicano il popolo di Israele co- me tale, ma solo quel gruppo di élite e di potere che controllava la vita religiosa ed economica della Palestina in quel tempo. Un gruppo che, nonostante le appa- renze esteriori, era fortemente immanicato con i procuratori ro- mani. Basta ricordare la relazio- ne quasi mafiosa tra la famiglia del sommo sacerdote Anna (che di fatto ha controllato per anni tutta la vita economica e religio- sa del Tempio di Gerusalemme) e il discutibile procuratore Pilato. Non a caso i due sono caduti poi in disgrazia nello stesso anno. • Inoltre, l’insegnamento di Ge- sù ben sottolineato dai Vangeli non offre appigli per giustificare l’antisemitismo, sia perché «ama- re i propri nemici» è un comando ben chiaro che lui ha lasciato, sia perché lui stesso ha perdonato i suoi uccisori proprio dalla croce: «Perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Nella Chiesa primitiva, nono- stante le persecuzioni subite an- che da parte dei Giudei, né Pie- tro, né Paolo né gli altri apostoli danno adito a giustificare atteg- giamenti di odio contro il popolo di Israele. diventando uno dei migliori ospedali della Tanzania ( vedi foto qui sotto ). Padre Sandro Nava sentì la chiamata missionaria dopo aver ascoltato la predicazione di un missionario della Consolata nella sua parrocchia di origine (Osnago - Lc). Così, in giovanis- sima età, entrò nel seminario di Bevera, continuando poi gli studi a Varallo Sesia e all’Istituto teolo- gico di Torino. Nel 1977 fu ordi- nato sacerdote e l’anno succes- sivo partì con grande entusiasmo per la Tanzania, dove, passando tra diverse missioni e incarichi, da oltre 40 anni si trova tuttora. Dal 2002 al 2019 ha vissuto uno dei periodi più intensi e si- UN PREMIO DA CONDIVIDERE Il 14 dicembre 2020, padre Sandro Nava, missionario della Consolata, è stato invitato presso l’Ambasciata italiana di Dar es Salaam, dove l’ambasciatore gli ha consegnato un premio per es- sere stato nominato «Cavaliere della Stella» dal presidente della Repubblica Italiana e dal ministro degli Esteri il 9 gennaio 2020 ( foto sopra ). Padre Nava è stato insignito di questo premio per l’opera svolta al Consolata Hospital di Ikonda dal 2002 al 2019: in questi 17 anni di intenso lavoro il nosoco- mio è stato ricostruito e ampliato, 6 maggio 2021 MC

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