Missioni Consolata - Maggio 2021

A MC 59 maggio 2021 MC giose, della quale fanno parte musulmani, prote- stanti e cattolici. Quando riusciamo, andiamo a fare le visite insieme, io, un imam e un pastore. Se ad esempio un ribelle musulmano dice: “Il vostro ruolo è pregare Dio, perché vi immischiate in politica?”. L’imam cita un versetto del Corano nel quale si dice che i fedeli che soffrono e sono divisi, sono figli di Dio e il sacro libro domanda loro di unirsi, dialogare, trovare soluzioni. Questa è una citazione che io non potrei fare. È insieme che cerchiamo il cammino per la pace, non ci sono riferimenti solo nella Bibbia. In- sieme costruiremo la nostra società». Il presidente Touadéra e il suo governo stanno cercando la pace? «Sì, lo abbiamo incoraggiato a cercare la pace. Io sono andato con altri vescovi a parlargli, dicendo: anche se avete vinto la guerra, occorre fare la pace con il nemico, altrimenti chi ha perso si preparerà per vendicarsi. Abbiamo piuttosto interesse a inte- grare tutti, affinché ognuno abbia il suo posto e si costruisca il paese insieme. L’aspetto militare non basta, occorre anche quello politico. Noi parliamo con i ribelli e parliamo con il governo. Interpelliamo anche la comunità internazionale». E a livello internazionale, la missione dei caschi blu cosa fa? «Vengono da tanti paesi, è difficile metterli tutti in- sieme. Hanno un ruolo di interposizione, non de- vono sparare. Ci sono cose che funzionano, ma an- che dei limiti, bisogna avere il coraggio di dirlo. La loro presenza permette di proteggere la gente, ma per contro sono passivi, quando ci sono conflitti non intervengono e la popolazione non capisce perché siano venuti così armati se poi non possono difen- derli dagli attacchi». In Centrafrica che misure sono state prese per la pandemia da Covid-19? «Le autorità hanno preso delle misure, ma posso dire che qui c’è la mano di Dio. Qui ci sono state sensibilizzazioni che non hanno portato la gente a usare le mascherine, eppure le vittime sono state poche. Così la gente ha iniziato a dire che la malattia non è qui». Cardinale Nzapalainga, secondo lei cosa impedisce che la guerra finisca? «In Centrafrica non si fabbricano le armi, c’è qual- cuno che le vende e si arricchisce. Vengono qui per comprare in modo illecito diamanti, oro e altri pre- ziosi. Questi trafficanti non vogliono che la guerra finisca. Per via normale dovrebbero pagare conces- sioni, rendere conto del loro operato. Ma vogliono andare direttamente dai produttori. Occorre com- battere questo traffico». Marco Bello Sopra: uomini di nazionalità rwandese del contin- gente africano della Minusca. Un taxi porta scritto: «carro blindato». A sinistra: il cardinale Dieundonné Nzapalainga. * * © Florent Vergnes /AFP

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