Missioni Consolata - Maggio 2021

* ITALIA PORTE APERTE Siamo a Velate, paesotto di tre- mila abitanti unito a Usmate, alle porte di Monza, Lombardia. Qui sei famiglie, 12 adulti più 16 bam- bini da 2 a 13 anni, conosciutesi per la maggior parte negli ultimi 6-7 anni, stanno per realizzare il loro sogno: vivere sotto un unico tetto, nel cohousing «Uno e sette» (www.unoesette.it ). Costruito - nel vero senso della parola, perché in questo caso si è partiti dall’acquisto del terreno - attraverso una miriade di incon- tri e decisioni comuni, Uno e sette prende forma in un edificio nel quale ogni nucleo avrà il pro- prio appartamento, i propri indi- spensabili spazi famigliari, a cui però si aggiungono una serie di spazi comuni concepiti come un tutt’uno con le abitazioni. Ovvero da vivere ogni giorno dalla sin- gola famiglia come allargamento della propria casa: un salone co- mune in cui ritrovarsi e far ritro- vare la comunità del paese pro- muovendo eventi, una zona di coworking (postazioni di lavoro condivise) e una lavanderia co- mune, un giardino collettivo, una postazione dove fare musica, e terrazze nelle quali la parola d’ordine è «assieme». «Uno stare assieme non forzato, che ri- spetta i tempi di tutti, basato sul mutuo aiuto e su relazioni di qualità, elementi che riteniamo importanti sempre, tanto più in un periodo delicato e dramma- ANCHE IN PANDEMIA L’esempio di Uno e sette è solo una delle tante esperienze vir- tuose presenti in varie zone d’I- talia. Che si tratti di recuperare un casolare abbandonato o di costruirne uno ex novo con forte attenzione alla sostenibilità am- bientale, l’importante è impo- stare il proprio modello su una convivenza attiva e attenta a chi ti sta accanto. «Il lockdown, in questo senso, ci ha riportati a casa: conosciamo di più chi vive attorno a noi, andiamo più spesso al negozio specializzato del quartiere, ci interessiamo a forme di relazione più significa- tive rispetto alla frenesia con cui siamo abituati a vivere», ragiona Nicholas Bawtree, nato nel 1978 nell’agriturismo toscano dei ge- nitori e oggi direttore responsa- bile di «Terra Nuova» (www.ter- ranuova.it ), il mensile cartaceo con l’occhio attento ai temi del consumo critico, del biologico e delle scelte di vita sostenibili. La curiosità verso i cohousing e gli ecovillaggi è in aumento da anni, la pandemia ha dato ulte- riore spinta: «Spesso questi sono progetti con un’intenzionalità molto forte, in ogni caso sono sempre di più le esperienze di persone che aprono le proprie case verso l’esterno, anche in vie di mezzo come i Gas, Gruppi di acquisto solidale, o altre espe- rienze di cohousing diffusi e ser- vizi condivisi», aggiunge Bawtree. L’approccio comunitario ha una propria innegabile storia: basti pensare alle centinaia di case fa- miglia attive da decenni in tutta Italia, ma anche a diversi contesti religiosi nei quali si pratica vita comunitaria. Nel caso delle recenti nuove forme dell’abitare, esse nascono anche dai mutamenti in atto nella società: il costo della vita in forte aumento e il consolida- mento di un individualismo le- gato alla società dei consumi, per esempio, stanno motivando migliaia di persone a cercare modelli alternativi, dal ritorno alla natura, tipico degli ecovillaggi, alla condivisione di spazi abita- tivi nei cohousing, più diffusi nei centri a forte urbanizzazione. tico come quello che stiamo vi- vendo durante la pandemia», spiega Sabrina Curzi, membro di Uno e sette. Lei è assistente so- ciale e lavora a Milano per la cooperativa Farsi prossimo. Nel gruppo ci sono anche due pro- fessori, un ingegnere, una mu- sico terapista, una libraia e altre figure unite dalla volontà di un vicinato improntato all’altruismo: Il nome, Uno e sette, parte dall’o- monima favola di Gianni Rodari («Ho conosciuto un bambino che era sette bambini»), e si rife- risce al fatto che nel cohousing c’è un settimo appartamento de- dicato ad accogliere, in collabo- razione con enti pubblici e pri- vato sociale, persone in tempo- raneo stato di necessità come anziani, persone disabili o non autosufficienti, famiglie monoge- nitoriali. «Ora siamo alla scelta dei pavimenti per gli spazi co- muni, ma alla base ci sono con- fronti settimanali su ogni tema, sia pratico che valoriale», conti- nua Curzi. I cohousers hanno fondato una cooperativa edilizia, ottenuto un finanziamento da Banca Etica, ed entro giugno 2021, a prescindere dal colore dell’emergenza sanitaria, inau- gureranno la loro nuova dimora, passiva e solidale. Nel frattempo hanno lanciato sulla piattaforma GoFundme.org una raccolta fondi per chi volesse aiutarli nel sostenere il progetto di acco- glienza. 52 maggio 2021 MC © Af Torre di Mezzo

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