Missioni Consolata - Maggio 2021
5 maggio 2021 MC A cura del Direttore MC R Noi e voi LETTORI E MISSIONARI IN DIALOGO PER I ROMANI CONTRO I GIUDEI? Lo svolgimento del processo di Gesù come è raccontato nei van- geli non mi convince. Insomma, se oggi nella democratica Re- pubblica Italiana il pubblico di un processo si mette a schiamaz- zare e cerca di interloquire, il presidente del tribunale fa sgom- berare l’aula. Figuriamoci se nello stato romano, dove le cari- che giudiziarie erano associate al massimo ruolo politico, il gover- natore di una provincia si mette a discutere con sudditi schiamaz- zanti se il processato è o no col- pevole e quale pena merita. Penso che il racconto risenta troppo del trasferimento a Roma della maggiore colonia cristiana, mentre Israele era stata desertifi- cata dopo l’ultima ribellione: la morte di Gesù doveva essere im- putata agli ebrei in via di spari- zione e mai e poi mai ai romani troppo importanti per la diffu- sione del cristianesimo. Il guaio è che quel modo di raccontare è diventato la base di secoli e mil- lenni di antisemitismo. Claudio Bellavita 25/03/2021 Dopo aver consultato il nostro biblista Angelo Fracchia, ecco qui alcune riflessioni su questo tema scottante. La Giudea non era una provin- cia romana amministrata in mo- do «regolare», perché mancava un potere locale affidabile (i ro- mani preferivano appoggiarsi a chi c’era già: ma tra i figli di Ero- de alcuni, come Erode Antipa in Galilea, si dimostrarono capaci, altri, come Archelao in Giudea, no, e dovette essere sostituito), non era ancora stata costituita in provincia (accadrà solo nel 135 d.C.) ed era una zona turbolenta. I procuratori, quindi, non faceva- no a gara per andarci, e finiva che vi venivano nominati soprat- tutto amministratori meno capa- ci, quasi mandati in castigo. A quanto si ricostruisce dagli stori- ci antichi, Pilato non faceva ecce- zione, anche se era un protetto di Seiano che di fatto comandava a Roma mentre l’imperatore Traiano era ritirato a Capri. In più la situazione era delica- ta: a Pasqua, racconta Giuseppe Flavio forse esagerando, gli abi- tanti di Gerusalemme decuplica- vano, tanto che il procuratore si trasferiva lì, da Cesarea, insieme a una coorte (ca. 500 soldati). In quella situazione non c’era il tempo per allestire un processo regolare e, tutto sommato, man- dare a morte, perché la gente lo chiedeva, quello che gli sembra- va un predicatore inoffensivo, poteva sembrare la scelta meno scrupolosa ma anche meno ri- schiosa da prendere. Reportage da Trieste, dove arriva la rotta balcanica dei migranti LA DIGNITÀ SOTTO I PIEDI ITALIA MC A In Piazza Libertà, davanti alla stazione, una coppia si prende cura dei migranti che arrivano in Italia dopo le peripezie e le violenze alle frontiere. Curare le loro ferite sotto gli occhi di tutti, è un urlo contro la normalizzazione del male. di DANIELE BIELLA 56 MC di migranti che arrivano dalla “rotta balcanica”. Si fermano a Trieste giusto il tempo per ri- prendere le forze prima di pro- vare ad andare a Nord», spiega Lorena. «Il problema è che molti arrivano a dir poco malridotti e bisognosi di attenzione. Noi ve- niamo qui proprio per questo, per curarli: medichiamo le ferite a piedi, gambe, braccia, e ascol- tiamo i loro tremendi racconti». RESPINGIMENTI E VIOLENZE Nessuna fake news in questa brutta storia. È tutto vero: la con- troprova dello scempio dei diritti umani in atto ai confini dell’Eu- ropa sono proprio loro, i soprav- vissuti con i traumi che si por- tano addosso. la speranza di una vita migliore, ma senza documenti validi. UNICO OBIETTIVO: LA CURA Incontriamo Lorena in Piazza Li- bertà, davanti alla stazione di Trieste, in un tardo pomeriggio di settembre, mentre la seconda ondata di Covid inizia a sve- gliarsi. È qui che la donna, psico- loga 67enne, giudice onorario minorile con un’energia inesauri- bile, si fa trovare tutti i giorni as- sieme al marito Gian Andrea Franchi - filosofo e storico, ex professore di 84 anni - e ai vo- lontari dell’associazione Linea d’ombra nata nel 2019. Dedi- cano tempo a presidiare il luogo con un unico obiettivo: la cura. «Qui c’è un passaggio continuo « A vevo un ricordo bellissimo dei bo- schi della ex Jugo- slavia, mi sembra- vano paesaggi usciti da film della Disney. Ora, quando li guardo, penso alla tragedia che si sta consumando in quei luo- ghi. Decine di persone - non sa- premo mai quante - vi perdono la vita tentando di migrare verso il Nord Europa. È straziante». Lorena Fornasir ha uno sguardo al quale non si può sfuggire: nei suoi occhi chiarissimi si spec- chiano le immagini create dalle parole che ci ha appena rivolto. Non sono immagini belle, ma questa è la realtà: benvenuti in Europa, dove le frontiere ucci- dono chi cerca di superarle con © Daniele Biella UNMONDO ALLA ROVESCIA Carissimi, grazie, con la testa e col cuore, per ogni numero della vostra rivi- sta, e in particolare per l’articolo che nel numero di marzo illustra quanto a Trieste fa per i migranti, da anni e meritoriamente, l’Asso- ciazione «Linea d’Ombra». Immagino siate al corrente, es- sendone rimbalzata l’eco a livello nazionale, della perquisizione che ha subito, insieme alla mo- glie, il fondatore dell’Associa- zione, scoprendosi così indagato in un’inchiesta per favoreggia- mento, a scopo di lucro, dell’im- migrazione clandestina. Ver- rebbe proprio da dire: il mondo alla rovescia. Un saluto fraterno. Susanna Cassoni Trieste, 03/03/2021 Crocefisso del castello di Gradara, Pesaro / © Gigi Anataloni
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