Missioni Consolata - Maggio 2021

senso altissimi, smentisce la leggenda nera per cui il ruolo di sindaco di Montevideo è una tomba per la carriera politica. E la sua carriera fa un balzo: nel 1994 è candidato del Frente amplio a presidente della Repubblica. Perde, ma il Fa di- venta un attore politico alla pari dei partiti sto- rici. Tabaré comincia a modellare la coalizione sulla sua idea di riformismo pragmatico. Il suo riferimento era Salvador Allende, anche lui medico, socialista e massone. «Da lui, possiamo apprendere molto. Anche gli errori da non ripe- tere», diceva riferendosi al presidente cileno eletto democraticamente e poi rovesciato da un golpe sostenuto dagli Stati Uniti. Quando si va alle elezioni presidenziali del 2004, il paese non si è ancora rialzato dalla crisi banca- ria del 2002, trasformatasi nella peggiore crisi economica della sua storia, spingendo due per- sone su cinque in povertà. Tabaré come candi- dato del Fa deve scontrarsi con la propaganda della destra: «Con la sinistra arriveranno povertà e conflitti sociali, le istituzioni saranno distrutte, finiremo come Cuba». Lui non è certo un estre- mista, ma questa retorica ha sempre funzionato in Uruguay. Stavolta però l’aria è diversa, lo si capisce nella chiusura della campagna elettorale a Montevi- deo, un immenso fiume di persone riempie l’Avenida del Libertador, mentre suona « Todo cambia » di Mercedes Sosa. Il Frente amplio vince e finisce il bipolarismo che durava dal 1828. Dopo 15 anni, tornano i conservatori Comincia un’azione di governo su due assi. Primo: verità e giustizia per i crimini della ditta- tura militare. E poi le riforme: immediato soste- gno ai poveri. Tabaré risponde alle critiche: «C’è chi dice che i poveri useranno il denaro del piano di Emergenza per comprarsi il vino. E io chiedo: perché i poveri non possono bersi un vino?». La gestione dell’economia è sapiente, viene appro- vata una riforma fiscale in senso progressivo, i conti tornano in ordine e il paese riparte. Nasce poi il Sistema di salute universale, la legge sul la- voro domestico, l’Agenzia per l’innovazione e la ricerca, gli investimenti sulla digitalizzazione. Ma la riforma che tutti ricordano è il Plan Ceibal : un computer per tutti i bambini. Molti, durante la pandemia di Coronavirus e la quarantena, hanno ricordato il primo governo del Fa, la salute pub- blica e l’educazione digitale grazie alle quali il paese ha reagito bene al Covid-19. La critica prin- cipale al suo primo governo è il veto presiden- ziale posto alla legge pro aborto, già votata dal Parlamento, che lo porterà a dimettersi dal Par- tito socialista (componente del Frente ). Con il secondo governo Tabaré, tra il 2015 e il 2020, viene estesa la copertura pubblica per le cure ad anziani, bambini, disabili; si decreta l’educazione come bene essenziale; col Plan Cei- bal arriva un tablet a tutti gli anziani. Secondo la Confederazione sindacale internazionale, l’Uru- guay diventa il paese più avanzato nelle Ameri- che, da Nord a Sud, per rispetto dei «diritti del lavoro, della libertà di associazione, della con- trattazione collettiva e dello sciopero». Nel 2019 muore la moglie e quello stesso giorno Tabaré annuncia che sta lottando contro un can- cro al polmone. Una beffa: l’uomo colpito dal male che ha studiato da medico e combattuto da presidente, con le sue leggi antifumo. A fine anno, il Partido blanco - grazie a una vittoria risi- cata - torna al governo. Cala il sipario sul lungo quindicennio del Fa, senza una polemica né un ricorso da parte degli sconfitti. La transizione è esemplare: un altro dei falsi miti sulla sinistra rotti da Tabaré. Tabaré muore il 6 dicembre 2020, a ottant’anni. Il governo dichiara tre giorni di lutto nazionale, le strade si riempiono di persone emozionate, fiori e messaggi. Uno dice: «Una maestra, grata di aver vissuto mentre eri presidente». La sua figura è la personificazione della saga della sinistra uruguaiana, una storia di molte sconfitte ma che alla fine trova la strada per la vittoria, assicu- rando stabilità democratica, crescita con ugua- glianza e redistribuzione del potere. Un ciclo lungo 15 anni, conclusosi con la morte di Tabaré e il ritiro dalla vita pubblica di Pepe Mujica. Oggi il Frente amplio cerca nuove strade. Federico Nastasi 41 maggio 2021 Una parentesi tranquilla A sinistra: una statua di Giuseppe Garibaldi, soprannominato «l’eroe dei due Mondi», a Montevideo. Qui: un biglietto di 10 pesos del 1887 con il ritratto di Giuseppe (José) Garibaldi, che in Uruguay visse per quasi dieci anni. © Museo Histórico Nacional - Casa de José Garibaldi

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