Missioni Consolata - Maggio 2021
Un paese di soli immigrati? «I messicani discendono dai Maya, i peruviani dagli Incas, gli uruguaiani discendono dalle navi», recita un detto nazionale. Nel 1860, un terzo della popolazione era composto da mi- granti. E sono loro, soprattutto spagnoli e ita- liani, arrivati a fine Ottocento, che hanno fatto il paese. Letteralmente hanno costruito l’Uruguay, e soprattutto la sua capitale cosmopolita, Mon- tevideo: i suoi palazzi liberty, il porto, i sindacati, le squadre di calcio, le imprese. E hanno cam- biato i gusti e affermato le mode: a inizio Nove- cento circolano automobili Fiat, si beve vino spagnolo e Fernet di Milano. E ancora oggi, nella cucina si riconosce quell’impronta: si può man- giare una torta pascualina, torta salata di bieta secondo la ricetta ligure, o una milanesa napoli- tana, un incontro tra una cotoletta e una pizza. Bertola però avverte «la storia dei migranti che arrivano con le navi a fondare l’Uruguay è un po’ un mito. Com’è un mito che tutta la popolazione indigena, i Guaraní, sia stata sterminata dagli spagnoli, che serve a rafforzare l’idea che siamo purosangue “europei”. Gli studi genetici dicono che il 30% della popolazione attuale è di discen- denza indigena. Pensate al calciatore Edison Ca- vani, che ha giocato in Italia, a Palermo e Napoli: i tratti del suo viso sono indigeni. Esiste ancora oggi una segregazione, un’esclusione per origine, che passa anche dal discorso storico prevalente», afferma Bertola, che ha dedicato parte dei suoi studi alle origini della popolazione per spiegare la storia economica dei paesi latinoamericani. Garibaldi e i colorados È certo però che la relazione tra migrazione e Uruguay è inscindibile, come mostra la storia di un italiano: Giuseppe Garibaldi. Il quale visse circa un decennio, negli anni ’40 dell’Ottocento, a Montevideo, a stretto contatto con la grande comunità italiana. Per sostenere la famiglia si impegnò nei lavori più disparati, fu anche inse- gnante di matematica. Fondò la Legione italiana, impegnata nell’attività rivoluzionaria e militare a favore del giovane stato uruguaiano. La Legione, oltre che per il coraggio in battaglia, si caratteriz- zava per un particolare: le camicie rosse. L’origine dell’indumento simbolo delle cause patriottiche, sembra si debba più che altro alla necessità: una spedizione di stoffa rossa destinata agli operai di Montevideo che il generale italiano acquistò a basso costo per vestire i suoi soldati. È in Sud America, tra Brasile e Uruguay, che Garibaldi ma- turò il polso di comandante carismatico e affinò la tattica della guerriglia poi utilizzata nel Risor- gimento italiano. Ed è lì che «l’eroe dei due mondi» crebbe nel suo amore per la libertà: nelle sue memorie racconta come lo affascinas- sero le immense praterie della Pampa e il modo di vivere libero e indipendente dei suoi abitanti, i gauchos . Una parentesi tranquilla 37 maggio 2021 U RUGUAY ● F ORMA DI GOVERNO : Repubblica presidenziale. ● P RESIDENTE : dal 1 marzo 2020, Luis Alberto Lacalle Pou ( Partido blanco , di centro destra). ● S UPERFICIE : 176mila km² (circa metà dell’Italia). ● A BITANTI : 3,4 milioni (circa 40% sono di origine italiana). ● P OPOLI INDIGENI : sono quasi estinti come popoli autonomi. ● C ITTÀ PRINCIPALI : Montevideo (capitale con 1,9 milioni di abitanti), Salto, Punta del Este (principale centro turistico), Colonia del Sacramento (città storica). ● R ELIGIONI PRINCIPALI : 58% cristiani (42% cat- tolici, 16% protestanti); 17% credenti senza affiliazione; 16% atei; 5% agnostici; 5% altre religioni. ● E CONOMIA : agricoltura (soia) e allevamento (bovino e ovino); Pil pro capite 22.400 Usd (secondo paese dell’America Latina dopo il Cile). ● V ACCINO ANTI -C OVID PRINCIPALE : Sinovac. © Treccani A sinistra: panoramica del porto di Montevideo, capitale dell’Uruguay. | Sopra: una mappa del paese, stretto tra Argentina e Brasile.
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