Missioni Consolata - Maggio 2021

UNA ROTTA PIÙ SICURA La rotta mediterranea difatti, o meglio le tre rotte mediterranee (Libia/Tunisia-Italia, Marocco- Spagna e Turchia-Grecia), sono più brevi e meno pericolose. Ne- gli ultimi anni, però, sono diven- tate sempre più difficili da per- correre. In Italia il decreto Minniti prima e i decreti sicurezza Salvini poi, cri- minalizzando le Ong e ostaco- lando l’assistenza e soccorso nel Sud del Mediterraneo, hanno ri- dotto le partenze da Libia e Tuni- sia. Anche il secondo governo Conte, per mano della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha stretto patti e sovvenzionato il governo libico e quello tunisino per limitare il più possibile il flusso migratorio. Inoltre, le umi- liazioni e le atroci torture inflitte nelle carceri libiche scoraggiano i migranti a percorrere questa via. Più a Ovest, sulla rotta mediter- ranea occidentale tra Marocco e Spagna, sono state costruite, nelle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla, chilometri di reti per ar- ginare il passaggio. Il governo spagnolo ha pagato quello ma- rocchino per disincentivare le partenze. Idem nel Mediterraneo orientale, dove i pattugliamenti greci, sca- duto il patto miliardario con il dit- tatore turco Erdogan, si sono in- tensificati aumentando di fatto i respingimenti. Un altro motivo che ha spinto le persone verso le Canarie, è il co- sto del viaggio. Fuerteventura, l’isola più vicina alla terraferma, dista solo 70 km dal Marocco, le altre poco più. Mentre nel Medi- terraneo si arriva a spendere fino a 5mila euro, oltre al denaro per raggiungere il posto di im- barco (in Marocco, Libia o Tuni- sia), nell’Atlantico il costo è deci- samente inferiore: tra i 400mila e i 700mila franchi Cfa, moneta uti- lizzata da 14 paesi africani ex co- lonie francesi, equivalenti a 600- 1.000 euro. NO OPTIONS La storia insegna che le migra- zioni non si possono fermare, si possono solo temporaneamente limitare. Per tanti non ci sono al- ternative. No options , come mi hanno sempre ripetuto i migranti incontrati. Rese più difficilmente praticabili le rotte mediterranee a suon di euro e motovedette, le attenzioni di chi cerca miglior fu- turo si sono rivolte, nonostante l’elevata pericolosità, alla rotta atlantica, porta d’ingresso occi- dentale dell’Europa. Al 20 dicembre, data del mio ar- rivo sulle isole, si calcola che nel 2020 siano sbarcati circa 23mila migranti, molti dei quali tra otto- bre e dicembre, nove volte in più rispetto al 2019. Provengono da paesi nei quali è difficile vivere e lavorare come Marocco e Sene- gal, o dove vi è una grossa crisi politico-sociale come Mali, Mau- ritania, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Guinea Bissau e Gam- bia. DA PESCATORI A PROFUGHI La maggior parte dei migranti sono ragazzi molto giovani che lasciano i propri paesi per dispe- razione e mancanza di futuro. Il loro sogno è quello di arrivare in Europa e costruirsi una nuova vita aiutando così la famiglia ri- masta nel paese di origine. Per arrivare alle Canarie partono dalle località di mare di Marocco, Sahara Occidentale, Mauritania e Senegal. Il viaggio può durare da 4 a 20 giorni, a seconda della distanza e delle condizioni del- l’oceano. Si stima che sui 25mila partiti, più di 2mila non siano mai * CANARIE - SPAGNA arrivati, ma finiti in fondo al mare in quella grande tomba che, come il Mediterraneo, non sap- piamo esattamente quanti corpi accolga. Le imbarcazioni utilizzate sono quelle in legno variopinte dei pe- scatori locali. Possono ospitare da 10 a 40 persone, a seconda della grandezza dello scafo. PARCHEGGIATI SUL MOLO Negli ultimi mesi, la maggior parte degli arrivi sono avvenuti nel Sud dell’isola Gran Canaria, nella zona delle località turisti- che comprese tra Maspalomas e Puerto Rico. Di norma le imbar- cazioni vengono avvistate dagli elicotteri, che danno l’allarme alle vedette di salvataggio spa- gnole ormeggiate nel porto di Arguineguin. Queste salpano per recuperare i migranti che vengono portati sul molo, identi- ficati e smistati nei centri di acco- glienza dell’isola. I barconi, chiamati patera in spa- gnolo, vengono poi trainati e or- meggiati in fondo al molo. Tra ottobre e dicembre 2020 il numero degli arrivi si è impen- nato. Le autorità spagnole si sono fatte trovare completa- mente impreparate e hanno de- ciso di parcheggiare 2.300 per- sone sul molo stesso, trattandole di fatto come bestiame. In condi- zioni igienico-sanitarie precarie, buttate a terra senza possibilità di lavarsi, sono state ospitate in 28 Maggio 2021 MC

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