Missioni Consolata - Maggio 2021
zazioni legate al clero; vede in- torno la miseria di tanti che non hanno il necessario per vivere, mentre ingenti risorse sono utiliz- zate per finanziare una politica estera ambiziosa; quando ha a che fare con le istituzioni a qual- siasi livello, conosce l’umiliazione di dover ottenere grazie a cono- scenze, o al denaro, diritti e ser- vizi che gli dovrebbero essere garantiti. Il cittadino vede la cor- ruzione, vede l’ingiustizia e il mal governo, ma non può parlare, perché ha paura, perché criticare la Repubblica islamica può es- sere equiparato a bestemmia, con tutte le conseguenze che ne derivano. Come abbiamo visto, blasfemia è una delle accuse sol- levate contro Zam. INSOFFERENZA, ASTIO E FRUSTRAZIONE Tutto ciò ha nel tempo logorato la fede degli iraniani. Un governo che si presenta come la voce di Dio in terra, con il comporta- mento dei suoi servitori ha di- screditato l’idea stessa di Dio, ha seminato l’agnosticismo, l’insof- ferenza per ogni discorso sulla religione e l’astio verso i suoi mi- nistri. È un danno che, tra l’altro, ricade su tutto il clero, anche su quelli che non condividono le ambizioni temporali del governo teocratico. La generazione arri- vata alla maturità prima della ri- voluzione è in genere rimasta le- gata ai valori tradizionali, ma le generazioni venute dopo, cre- sciute in un mondo in cui la difformità tra parole e realtà è la regola, in cui l’ipocrisia è pre- miata, sono disorientate e vivono un forte disagio interiore. In estrema sintesi: l’immoralità dei teocrati ha generato un’amoralità diffusa. Sempre di più nei giovani ai riferimenti tradizionali si sosti- tuisce la ricerca dei valori mate- rialistici del confort personale, del denaro, dell’affermazione so- ciale, che si scontra, però, con la crisi economica in cui da anni versa il paese, aggravata dal re- gime delle sanzioni. Le difficoltà economiche ren- dono molto arduo fare progetti per sé e per la propria famiglia, il futuro appare incerto, si vive in una costante preoccupazione per il domani. Sono problemi reali: la mancanza di lavoro, o la paura di perderlo, l’inflazione che moltiplica le spese, gli affitti esor- bitanti, una malattia che mette in ginocchio tutta la famiglia, per- ché le cure sono a pagamento. Però le difficoltà sono tanto più sentite, quanto più la felicità s’im- magina legata al raggiungimento di beni materiali. Questa condi- zione mentale, che accomuna ricchi e poveri, è una vera e pro- pria malattia dello spirito, un’epi- demia, molto peggiore del Covid. I soldi sono diventati un’idea fissa. Ormai i discorsi che si sen- tono in giro sono monotematici. Si parla dei prezzi che crescono, di ciò che si può comprare o ven- dere, di ciò che si ha o che si vor- rebbe. Chi ha, vorrebbe di più, chi non ha, pensa a come fare per avere. I giovani hanno pochi strumenti per difendersi dal pen- siero dominante, non riescono a elaborare un’alternativa, e ne ri- mangono soggetti. A causa del senso di frustrazione creato dalla distanza tra realtà e desiderio ca- dono in depressione, ricorrono agli stupefacenti, o si tolgono la vita. Quello dei suicidi in Iran è da anni un dato in crescita, soprat- tutto nelle aree urbane. Non ci sono statistiche ufficiali attendi- bili, i mezzi d’informazione non ne parlano, ma tra la gente que- sto aumento è percepito. Mi è re- centemente capitato di parlare con un pompiere che fa servizio nell’area dove risiedo, poco fuori Teheran. Lui aveva ben chiara la drammaticità della situazione, perché i pompieri hanno dovuto moltiplicare gli interventi per sui- cidio e oramai sono chiamati più volte a settimana. Maria Chiara Parenzo IRAN 26 maggio 2021 MC Qui: minareti nella città di Qom. * A RCHIVIO MC: ● Maria Chiara Parenzo, Nati dopo la rivoluzione, dossier Teocrazia e petrocrazia, aprile 2020. ● Maria Chiara Parenzo, Teheran, di lotta e di governo, aprile 2018. ● Maria Chiara Parenzo, Donne iraniane, più mondo, meno cielo, maggio 2016. ● Maria Chiara Parenzo, Donne ai tempi del «mehrieh», aprile 2016. * © Mustafa Meraji - Pixabay Non si denuncia perché criticare la Repubblica islamica è blasfemia. "
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