Missioni Consolata - Maggio 2021
LA QUESTIONE KASHMIR Pochi mesi dopo l’inizio del se- condo mandato Modi, New Delhi ha unilateralmente abolito l’auto- nomia del Kashmir, l’unico stato a maggioranza musulmana del- l’India: un territorio al centro di un’annosa disputa territoriale con il vicino Pakistan, insangui- nato da 30 anni d’insurrezione separatista e una brutale repres- sione delle forze dell’ordine. Da allora, il Kashmir è sotto un assedio permanente - che si somma a decenni di presenza militare massiccia, percepita come un’occupazione dai civili - con leader politici locali arrestati, giornalisti e media silenziati, atti- visti perseguitati e incarcerati e diffuse violazioni dei diritti umani, come dimostrano diversi rapporti e inchieste indipendenti. Al lockdown militare e digitale - il più lungo mai imposto in una de- mocrazia - ha poi fatto seguito quello per il coronavirus. stanco di scandali e corruzione, affamato di riscatto. Già durante il primo mandato, però, l’agenda dell’esecutivo si è gradualmente spostata dalla re- torica dello sviluppo alle politi- che maggioritarie, escludenti e islamofobe, fedeli alle frange più estreme della destra hindu. La marginalizzazione e la stigma- tizzazione della comunità musul- mana - e delle minoranze più in generale - è stata graduale e inesorabile: in questi ultimi sei anni si è tradotta in leggi anti islamiche, linciaggi pubblici, vio- lenze settarie, arresti di «voci cri- tiche», e un diffuso clima di im- punità tra le squadracce hindu. HINDUTVA, O HINDUITÀ Se le avvisaglie del primo man- dato Modi non fossero state ab- bastanza evidenti, con il se- condo mandato è ormai chiaro che l’enfasi sul progresso ha ce- duto il passo all’etnonazionali- smo confessionale del Bjp. L’ hindutva , o «hinduità», teoriz- zata da Vinayak Damodar Sa- varkar nel 1923, è la forma pre- valente di nazionalismo in India. Quando il partito capeggiato da Modi è stato riconfermato alle politiche nella primavera del UN TEMPIO AL POSTO DELLA MOSCHEA Poi, a novembre 2019 è arrivata un’importante sentenza della Corte suprema su un’annosa di- sputa legale: quella riguardante il caso di Ayodhya. La Corte ha dato il via libera alla costruzione del tempio di Rama sulle rovine della moschea di Babur, distrutta nel ‘92 dagli estremisti di destra, avallando il fanatismo hindu. Infine, l’emendamento alla legge sulla cittadinanza del dicembre del 2019 ha concesso alle mino- ranze provenienti da Bangla- desh, Afghanistan e Pakistan che risiedono in India - tranne quella musulmana - di avere ac- cesso preferenziale alle proce- dure per la naturalizzazione. Tutto sembra andare nella dire- zione dell’Hindu Rashtra, la na- zione a trazione hindu anelata dal Rashtriya Swayamsevak Sangh (l’organizzazione paramili- tare volontaria della destra hindu apertamente ispirata al fascismo cui era appartenuto anche l’as- sassino del Mahatma Gandhi), in cui non c’è spazio per le mino- ranze, soprattutto per i musul- mani, che in India sono 200 mi- lioni, il 14,2% della popolazione. FRATTURA INSANABILE Negli anni ’90, la destra hindu aveva conquistato sempre mag- gior peso nel panorama politico indiano. Le organizzazioni della Sangh Parivar, la cosiddetta «fa- miglia» - la destra hindu militante e sciovinista -, credono nella su- periorità degli hindu (l’80% della popolazione) sulle altre comunità religiose, e guardano a quella musulmana come a una minac- cia, alimentando un senso di in- sicurezza utile per mobilitare le masse. Gli scontri settari - come quelli che avevano accompagnato la partizione dell’India britannica e l’enorme migrazione delle mino- ranze religiose oltre l’allora neo- nato confine - non sono una no- vità in India, ma ad Ayodhya, una polverosa cittadina nello stato dell’Uttar Pradesh, nel 1992, con la distruzione della moschea co- struita nel XVI secolo dalla dina- stia moghul, e i successivi mas- A MC 13 maggio 2021 MC " La lista dei prigionieri politici è lunga: un esempio è padre Stan Swamy, gesuita che difende i diritti dei popoli tribali nelle foreste, 83enne e gravemente malato. È in cella, in condizioni terribili. 2019 con un mandato senza pre- cedenti, l’esecutivo ha accele- rato il progetto di un’India a tra- zione hindu in cui le minoranze, soprattutto quella musulmana, saranno sempre più ai margini. Il 2020 era considerato l’anno in cui l’India sarebbe diventata una «super potenza». Stiamo invece assistendo è una profonda crisi della democrazia, del pluralismo e del secolarismo indiano. duncan / flickr.com
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