Missioni Consolata - Maggio 2021

DISSENSO SOTTO LA LENTE Il 2020 ha visto sconvolgimenti epocali in tutto il mondo - soprat- tutto in termini di distruzione dei mezzi di sussistenza e aumento della povertà -, e l’India non ha fatto eccezione. Il lockdown indiano è stato disu- mano, almeno per i più poveri. Il governo, quando interrogato, non ha fornito i numeri di quanta gente sia morta di stenti nel ten- tativo di tornare a casa, di quanti posti di lavoro siano andati per- duti per il lockdown, di quanti mi- lioni di persone (ri)sprofonde- ranno nella povertà, in barba al millantato Indian dream . La mancanza di dati sui migranti e le fasce deboli, e in generale sulla tragedia in corso, a fronte di migliaia di pagine e dati rac- colti per incastrare attivisti e ma- nifestanti accusati di sedizione e attività anti nazionali, dà la mi- sura della distanza dell’esecutivo da una fetta di popolazione poli- ticamente invisibile. NESSUNO TOCCHI IL GOVERNO Proprio nei mesi dell’emergenza Covid, centinaia di persone sono state arrestate o accusate ai sensi della legge sulle attività il- legali o di quella sulla sicurezza nazionale: due norme in base alle quali si può essere incarce- rati per un semplice sospetto. Tra gli arrestati, c’erano diversi studenti e attivisti legati alle pro- teste di fine 2019, incolpati di aver istigato i Delhi riots . Altri, invece, almeno 16, sono stati fermati sulla base di accuse mai provate, per il caso di Bhima Koregaon, gli scontri tra alte ca- ste e Dalit del gennaio 2018. La repressione in questi mesi si è abbattuta sulle voci libere e su chi difende i diritti degli ultimi: dietro le sbarre delle sovraffol- late carceri indiane in tempo di Covid sono finite attiviste incinte, anziani poeti, stimati frati, leader contadini, studenti, attivisti anti caste, noti giornalisti e docenti. La lista dei prigionieri politici è lunga: un esempio su tutti, padre Stan Swamy, gesuita che di- fende i diritti dei popoli tribali nelle foreste più remote del paese. Il sacerdote 83enne e gravemente malato, è in cella, in condizioni terribili, accusato di sostenere il maoismo. * INDIA © Douglas E. Curran / AFP La repressione del dissenso oggi, in India, non fa distinzioni: chiunque osi criticare il governo, rischia di essere accusato, intimi- dito, perseguitato. Anche i media e la Corte suprema hanno perso, pezzo dopo pezzo, indipen- denza e imparzialità. DECLINO GRADUALE L’ascesa del suprematismo iden- titario hindu è stato un processo graduale, accompagnato dal progressivo smantellamento delle istituzioni e delle salva- guardie democratiche. Una tendenza - quella verso il nazionalismo maggioritario e mi- litante - iniziata già dal primo mandato del Bjp. Alle elezioni del 2014, Narendra Modi si era presentato come l’uomo del progresso, colui che avrebbe dato all’India il posto che meritava nel mondo: la sua ricetta di neoliberismo e indu- strializzazione sfrenata era riu- scita a conquistare un elettorato Sopra: un murale comparso a Londra nel marzo 2020. La scritta sotto il ritratto del presidente indiano Narendra Modi, recita: «India. Dove le mucche sono più sicure dei musulmani». Qui accanto: 06/12/1992, ad Ayodhya, Uttar Pradesh, India Nord orientale, giovani hindu gri- dano in cima alla Babri Masjid (moschea di Babur) del XVI secolo, cinque ore prima che la strut- tura fosse completamente de- molita da centinaia di fonda- mentalisti hindu i quali so- stenevano che fosse stata costruita sul sito di un ex tempio hindu che sorgeva dove nacque il dio Rama. * * 12 maggio 2021 MC " Il lockdown indiano è stato disumano, almeno per i più poveri.

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