Missioni Consolata - Maggio 2021
A dia e a consacrare il supremati- smo hindu, ma aveva avuto il merito di riunire le minoranze del paese - musulmani, Dalit, comu- nità tribali, donne, lgbt - in una protesta trasversale e pacifica che era stata però da subito re- pressa. A fine febbraio 2020, poi, la ca- pitale - epicentro nazionale della mobilitazione - era stata travolta da un’ondata di violenza settaria in risposta alle proteste che ave- vano riempito le strade del paese. Le responsabilità del pogrom contro la comunità musulmana a Delhi Nordest erano state fatte ricadere sulle vittime, anziché sulla destra hindu, nonostante alcuni esponenti del partito avessero intimato di «dare una lezione ai traditori». Poi è arrivata la pandemia. Le proteste sono state sgomberate, ma non la cri- minalizzazione del dissenso. COVID E REPRESSIONE Quando il coronavirus ha rag- giunto l’India, il lockdown nazio- nale si è tramutato in una trage- dia tristemente annunciata. Il contesto di forte povertà, e un’economia già in forte reces- sione, basata per oltre l’80% su scambi informali, ne hanno am- plificato l’impatto sociale. Quando il 24 marzo 2020 il pre- mier Narendra Modi ha annun- ciato la chiusura, 1,35 miliardi di persone hanno avuto quattro ore per prepararsi. Molti dei cosid- detti urban migrants , centinaia di milioni di persone che negli anni si erano trasferite dalle campa- gne impoverite alle grandi me- tropoli nel tentativo di sfuggire alla fame, ingrossando le fila dei poveri urbani, non hanno avuto altra scelta che affidarsi alla rete familiare tornando nei villaggi di origine. Il caso dell’India - il terzo paese al mondo per numero di contagi in termini assoluti, ma i cui nu- meri vanno letti in rapporto alla popolazione - è particolarmente drammatico anche a causa della repressione che si è abbattuta come una scure sulla società ci- vile, proprio nei mesi in cui si consumava una gravissima emergenza sanitaria, sociale e umanitaria. cusare manifestanti e giornalisti di attività «anti nazionali». Il buio sembra davvero calare sul subcontinente, su quell’idea di democrazia laica e inclusiva che prese corpo quando, nell’agosto del 1947, l’India Britannica ot- tenne l’indipendenza dalla Co- rona, smembrandosi in un Paki- stan musulmano e un’India a maggioranza hindu. Per capire il lento e inesorabile declino delle istituzioni democra- tiche indiane e la svolta autorita- ria e maggioritaria dell’esecutivo, bisogna raccogliere elementi sparpagliati in un arco temporale di diversi anni. L’instabile demo- crazia indiana, che ha resistito a passate derive autoritarie, è oggi messa a repentaglio dal supre- matismo identitario del governo guidato dai nazionalisti hindu; ma, soprattutto, dall’ascesa di una «nuova idea» di India: intol- lerante e sciovinista. Quella dei contadini - una mobili- tazione senza precedenti, an- cora in corso - è stata la prima grande protesta dopo la sospen- sione imposta dal coronavirus. ISLAMOFOBIA HINDU La pandemia in India si è inne- stata in un periodo molto deli- cato: a dicembre 2019, il go- verno aveva varato il Citizenship amendment act (Caa), un emen- damento alla legge sulla cittadi- nanza, considerato discriminato- rio verso la comunità musulmana e in netto contrasto con i principi costituzionali in quanto avrebbe reso l’appartenenza religiosa un prerequisito per la naturalizza- zione. Il Caa era solo l’ultima di una se- rie di azioni volte ad alienare la popolazione musulmana dell’In- MC 11 maggio 2021 MC Nazionalismo hindu | Diritti umani | Covid | Minoranze In basso a sinistra: 26/01/2021 Delhi, India. Le proteste dei contadini indiani contro la riforma agraria che li penalizza in favore dei colossi dell’agro- business. I manifestanti sono al Forte Rosso, famoso monu- mento del XVII secolo. Qui a destra: una famiglia che vive in uno slum urbano a Sonagachi, Calcutta, India. * * " La democrazia indiana è oggi messa a repentaglio dal suprematismo identitario del governo guidato dai nazionalisti hindu. United Nations Photo / flickr.com
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=