Missioni Consolata - Aprile 2021

PER VIVERE, PER ANNUNCIARE, PER TROVARE LE STELLE Viaggiare e rinascere Questo mese affrontiamo il tema del viaggio attraverso tre libri molto diversi tra loro. Partendo dall’isola di Manus, a Nord della Papua Nuova Guinea, vero inferno dei migranti, passando dal Kenya, visto dagli occhi innamorati di un missio- nario, oggi vescovo di Asti, arriviamo alle nostre città che inquinano di luce il cielo della notte. PRENDI IL LIBRO E MANGIA MC R librarsi di Sante Altizio 81 aprile 2021 MC NESSUN AMICO SE NON LE MONTAGNE L’ isola di Manus è la quinta per grandezza della Papua Nuova Guinea. Gli australiani, com’è noto, in tema di acco- glienza di profughi e immigrati, usano politiche al limite della barbarie, e hanno stretto un ac- cordo con il governo papuano per fare di Manus un campo di detenzione. Da quella prigione si esce solo se si accetta di tornare nel paese d’origine, diversamente si rimane lì. A tempo indetermi- nato, senza diritti, tutele, possi- bilità di riprendersi in mano la propria vita. Le condizioni di detenzione sono disumane. Lo hanno certi- ficato decine di indagini indi- pendenti, e il governo austra- liano fatica a mettere la polvere sotto il tappeto. Il poeta curdo iraniano Behrouz Boochani ha passato a Manus cinque anni, finché la pressione internazionale gli ha fatto otte- nere un visto temporaneo per la Nuova Zelanda. Usando un vecchio telefonino e una singhiozzante copertura in- ternet, Boochani, che oggi ha 37 anni, sms dopo sms, messaggio Whatsapp dopo messaggio, che inviava ad amici e colleghi, ha scritto un memoriale. Ha rac- contato la sua vita nell’isola, la quotidianità del campo di deten- zione, le storie dei compagni di viaggio e di prigionia. La summa di tutto ciò è un libro che Add Editore ha pubblicato nel 2019 e che si intitola Nessun amico se non le montagne . Quattrocentotrenta pagine molto dense, toste da leggere. E lo sono per due motivi: in primo luogo, Boochani è innan- zitutto un poeta, e il suo sguardo, anche dal profondo degli inferi, rimane visionario, capace di crudezza e levità nello stesso verso. In secondo luogo, i versi di Nessun amico se non le montagne sono un lungo messaggio digitato dal te- lefonino: non c’è manoscritto, carta, penna, computer, stam- pante. Solo le sue dita su una piccola tastiera da tenere lon- tana dagli occhi delle guardie. Un paradiso terrestre coperto di giungla e contornato da spiagge bellissime, può essere un inferno, e nessuno lo sa. Qui: un’immagine di Behrouz Boochani durante la sua prigionia sull’isola di Manus. | La copertina del libro di Behrouz Boochani, Nessun amico se non le montagne. Prigioniero nell’isola di Manus , Add editore, Torino 2019, pp. 427, 18 €. * © Behrouz Boochani

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