Missioni Consolata - Aprile 2021

75 aprile 2021 MC I l 29 gennaio scorso, abbiamo celebrato, come missionari della Consolata, ben 120 anni di vita… con tanta gratitudine al Signore che, attraverso il coraggio e la fede del beato Giuseppe Allamano, ha «regalato» alla chiesa e al mondo i nostri due istituti missionari, per comuni- care a tutti «la gioia del Vangelo». Ma, come ci ricordava il nostro Fondatore, più che in un istituto, noi missionari/e viviamo e lavoriamo insieme come «una famiglia» per tentare di tra- sformare anche questo nostro mondo in una comunità di fratelli/sorelle («Fratelli tutti»!). Per questo ci hanno toccato il cuore le parole che padre Stefano Camerlengo, nostro superiore Generale, ha scritto nel messaggio di auguri per la festa del 29 gennaio, intitolato proprio «Sen- tirsi a casa». «Approfittando dell’anniversario della fondazione, vorrei portare l’attenzione al recupero del senso di sentirsi a casa, di sentire l’istituto come casa propria, “casa mia”. Solo se “indossiamo” la nostra casa, solo se “addomestichiamo e sposiamo” la nostra casa, con le per- sone che la abitano, possiamo sentirci realizzati e felici e allora saremo capaci anche di cam- biare! La regola della comunità è l’amore, il bene dell’altro. Il bene degli altri non è mai un male per me; il bene è bene, sempre, per tutti. La dimensione comunitaria è una ricchezza, in ogni circostanza. Le cose fatte insieme sono più belle, più ricche, più varie, più divertenti, più efficaci e coinvolgenti di qualunque altra cosa. La comunità ha bisogno di tutti, tutti sono importanti e in questa importanza riscopriamo la nostra bellezza. La comunità è un luogo, forse l’unico, dove si può sperimentare insieme la fatica della croce, ma anche la gioia, la luminosità, la freschezza, il profumo della rinascita, di una vita nuova. Una comunità vera è una ricchezza anche per le altre persone, per chi è esterno alla comunità; è una fonte capace di dissetare anche altri che ad essa si avvicinano, assetati e incuriositi; l’a- more e la luce che nascono da una comunità scaldano e illuminano il freddo di molte tenebre. L’augurio, la preghiera, l’invito è che possiamo vivere questo anniversario di fondazione recu- perando il nostro senso di appartenenza, di sentirci parte, protagonisti della nostra famiglia, della nostra comunità, conosciuti e chiamati per nome, costruttori di un istituto sempre più “nostro”, sempre più “casa mia”!». Ed è sicuramente anche l’augurio che il Padre Fondatore, dal cielo, porge sorridendo a ciascuno/a di noi. P. Giacomo Mazzotti Inserto a cura di Sergio Frassetto Sentirsi acasa «Ricordate che l’Istituto non è un collegio, neppure un seminario, ma una famiglia. Siete tutti fratelli; dovete vivere assieme, prepararvi assieme, per poi lavorare assieme per tutta la vita. Una comunità in cui si mantiene questa unione, non può non fare del bene». Giuseppe Allamano MC “

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