Missioni Consolata - Aprile 2021

62 aprile 2021 MC eccezione c’è stata, si è verifi- cata solo in presenza di cre- scita. In effetti nella seconda metà del secolo scorso, quando l’Europa era attraversata da una crescita sostenuta, in molti paesi si è affermata la socialde- mocrazia contrassegnata da bassa disoccupazione, redditi medio-alti e una buona previ- denza sociale. Poi, sotto i colpi del neoliberismo, della globaliz- zazione, della crisi finanziaria e dell’austerità, la crescita si è fer- mata provocando ovunque au- mento di disuguaglianze, disoc- cupazione, povertà. LA MISURA DEL PIL E I LIMITI DEL PIANETA Oggi il vero limite alla crescita non viene da dentro il sistema, bensì da fuori. Viene dal pianeta che, dopo due secoli di crescita ossessiva, sta dando segni di cedimento sia sul piano delle ri- sorse che dei rifiuti. Alcuni se- gnali sono la crisi idrica, l’impo- verimento dei mari, l’eccesso di anidride carbonica, i cambia- menti climatici, perfino la pan- demia da Covid. Segnali di crisi che diventano ancora più gravi alla luce del fatto che metà dell’umanità non ha ancora co- nosciuto il gusto della dignità tantissime, ma forse non le più appropriate per capire quale forma organizzativa deve assu- mere il sistema economico per raggiungere gli obiettivi auspi- cati da papa Francesco. Come cattolici abituati a dare valore alle scelte individuali, ab- biamo la tendenza a concen- trarci sugli aspetti di micro eco- nomia: la gestione aziendale, il ménage familiare, il risparmio personale e tutti gli altri ambiti che lasciano spazio alle scelte dei singoli. Percorsi senz’altro da esplorare, ma con la consa- pevolezza che, per vincere le sfide odierne, non bastano le scelte individuali: serve anche una nuova idea di organizza- zione economica, senza la quale ci salviamo l’anima, ma non l’umanità. Fino a ieri il nostro problema principale era la cattiva distribu- zione della ricchezza. Un pro- blema gravissimo che stava e continua a stare alla base di molti altri problemi: le disugua- glianze Nord-Sud, le guerre, le migrazioni di massa, le crisi eco- nomiche, la disoccupazione, l’aumento di povertà a ogni lati- tudine. Alle richieste di giustizia, il sistema ha sempre opposto grande resistenza e se, qualche © Free Photos - Pixabay umana: non mangia a suffi- cienza, non dispone di servizi igienici e talvolta neppure del- l’acqua potabile, non ha ac- cesso alla corrente elettrica, non può curarsi, non può man- dare i propri figli a scuola. Per vivere meglio, questa parte di umanità deve consumare di più, ma rischia di non poterlo fare finché noi opulenti non accet- tiamo di sottoporci a cura dima- grante perché c’è competizione per le risorse scarse. Non a caso nella Laudato si’ , papa Francesco scrive: «È arrivata l’ora di accettare una certa de- crescita in alcune parti del mondo procurando risorse per- ché si possa crescere in modo sano in altre parti». E nella let- tera d’invito ai giovani economi- sti scrive che «occorre correg- gere i modelli di crescita». Mettere in discussione la cre- scita, significa mettere in discus- sione il capitalismo perché l’o- biettivo di ogni persona che si mette in affari, non importa se in agricoltura, nell’industria, nel commercio o nella finanza, è ot- tenere un profitto da reinve- stire ulteriormente per avere un capitale sempre più ampio. Il desiderio di arricchimento è sempre esistito, ma non era mai successo che fosse elevato a scopo di sistema come invece è successo con il capitalismo. Prova ne sia che il Pil, il famoso Prodotto interno lordo, è stato assunto al tempo stesso come obiettivo e come indicatore dello stato di salute dell’econo- mia e della società. Possiamo

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