Missioni Consolata - Aprile 2021
55 aprile 2021 MC © Richard Mcall - Pixabay A MC Qui sopra: una donna vende cibo e bevande ai passeggeri di un treno birmano. | Al centro: pescatori sul famoso lago Inle. | In alto, a sini- stra: un taxi particolare a Mingun, frequentato sito storico vicino alla città di Mandalay. * LA PROTESTA DELLE TRE DITA A seguito del colpo di stato mili- tare, manifestazioni popolari si sono susseguite in tutta la na- zione. Anche suore e preti si sono mobilitati scendendo in piazza con manifesti e mo- strando le tre dita, un gesto dive- nuto simbolo di protesta in Thai- landia nel novembre 2014 sul- l’onda dell’emotività suscitata dalla serie cinematografica Hun- ger Games e adottate, come al- tre mode provenienti dalla vicina nazione, anche in Myanmar. Le contestazioni si sono ripetute in tutto il paese, ma se nelle re- gioni che comprendono la Bir- mania storica, abitata dall’etnia maggioritaria bamar (la stessa di Aung San Suu Kyi), sono state partecipate e sparse su tutto il territorio, negli stati etnici i cortei sono stati sporadici e limitati nelle grosse città dove si con- centrano i Bamar. Sui media occidentali sono ap- parse anche foto di rifugiati rohingya con le tre dita alzate accompagnate con didascalie che pretendevano che anche questi musulmani, del cui dramma erano responsabili sia i militari che Aung San Suu Kyi, si fossero schierati accanto alla leader birmana incarcerata. Nulla di più infondato. Quasi nessuno dei siti amministrati da attivisti rohingya ha espresso solidarietà con Aung San Suu Kyi, ma tutti hanno mostrato la loro «solida- rietà con il popolo del Myanmar» o con «coloro che lottano per la democrazia». «La dittatura deve finire, ma Aung San Suu Kyi non è la risposta», è il commento che si legge più frequentemente. Non sono inoltre mancate le foto in cui si vede il monaco Sitagu Sayadaw, il più rispettato mo- naco della sangha buddhista dello stato Rakhine e strenuo so- stenitore della lotta contro i mu- sulmani, ricevere doni dal gene- rale Tun Tun Naung assieme ad altri due comandanti regionali dello stato Rakhine all’indomani del colpo di stato. L’ETÀ DEL FUTURO Quale sarà allora il futuro del Myanmar? Se si vuole riprendere la strada della democrazia, alter- native ad Aung San Suu Kyi non sembra ve ne siano, con buona pace per le minoranze etniche. La Lady è l’unica personalità in grado di convogliare le idee as- sai confuse e frastagliate della Lega nazionale per la democra- zia. Allo stesso tempo, però, Aung San Suu Kyi non è quello che si può definire un genio poli- tico: ha inanellato un errore dopo l’altro nella sua gestione governativa (e anche prima, tra Un’eventuale ampia autonomia degli stati etnici del Myanmar darebbe il via a un effetto domino nei paesi vicini. "
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