Missioni Consolata - Aprile 2021
A 27 aprile 2021 MC al-Sīstānī | Dialogo interreligioso | Chiese orientali | Pace " In un paese come l’Iraq, sancire un dialogo di religione e non una guerra di religione è estremamente importante. con i musulmani sunniti e sciiti, e con le minoranze etniche e re- ligiose del paese, come gli yazidi e i mandeisti, ma altrettanto cen- trale è stato l’incontro con le chiese cristiane, eredi di alcune delle comunità più antiche. A inizio Novecento i cristiani in Iraq rappresentavano il 6,4% della popolazione ( vedi box ), nel 2005 erano il 2%, e oggi circa lo 0,6%. Se nel 2003 erano 1,4 mi- lioni, oggi sono circa 250mila. «La chiesa irachena fonda le sue origini sulla predicazione dell’a- postolo Tommaso. È sempre stata una chiesa di testimo- nianza e di martirio, e lo è anche adesso. Quando Sako è diven- tato patriarca, ha chiesto ai cri- stiani di non lasciare il paese. Anche perché, come dicono pure i musulmani, l’Iraq sarebbe I n Medio Oriente si stima che vivano circa 15 milioni di cri- stiani. In alcuni paesi cre- scono di numero grazie alle mi- grazioni, soprattutto nella peni- sola arabica; in altri, come la Si- ria e l’Iraq, diminuiscono in modo drastico svuotando al- cune tra le comunità più antiche del mondo. Se in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, nel 1900 i cristiani erano prossimi allo 0% della popolazione, oggi rappresentano il 4% e il 13%. Al contrario, se in Siria e Iraq nel 1900, i cristiani erano rispetti- vamente il 18% e il 6,4%, oggi sono il 2% e lo 0,6%. Con un calo esponenziale a partire dal 2010 in Siria e dal 2003 in Iraq. Il rapporto di Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre), I cristiani in Iraq , pubblicato a gennaio e sca- ricabile dal sito acs-italia.org , parla di un esodo provocato so- prattutto negli ultimi 20 anni dai conflitti, dalla povertà e dalle persecuzioni. Pluralità di confessioni In Iraq i cristiani sono concen- trati soprattutto nel Nord (Erbil, Dohuk, Sulaymaniyah, Kirkuk e nella provincia di Ninive). Dagli anni 70, molti sono emigrati a Baghdad e a Bassora, ma dopo il 2003 si è registrato un corposo fenomeno di ritorno. Una delle caratteristiche più vi- stose dei cristiani iracheni è la pluralità di confessioni alle quali appartengono. La più con- * sistente è la chiesa cattolica cal- dea, il cui patriarca, dal 2013, è il card. Louis Raphaël I Sako. Essa raduna il 67,5% dei cristiani del paese. Le altre chiese cattoliche sono quella cattolica siriaca (6,5%), la cattolica armena (0,5%) e la cattolica latina (0,5%). Le chiese ortodosse sono invece quella assira orientale (13%), l’ortodossa siriaca (6%), l’apostolica armena (4%) e la greco ortodossa (0,5%). Mentre gli evangelici contano circa l’1,5% dei cristiani. Esodo e timori Il rapporto di Acs, ripercorrendo le varie fasi dell’esodo, ricorda che all’arrivo dell’Isis a Mosul e nella piana di Ninive nell’estate 2014, 120mila cristiani sono fug- giti in pochi giorni nelle zone curde. Negli anni tra il 2014 e il 2019, le persone uccise a causa della guerra sono state in totale 73mila, solo nella zona di Mosul si sono contati 384mila sfollati. E riguardo ai timori che i cri- stiani della piana di Ninive hanno ancora oggi, Acs scrive: «Sconfiggendo [l’Isis], il paese ha piegato il peggior nemico della libertà religiosa [...]. La mi- naccia però non è annientata perché molti dei suoi combat- tenti [...] si sono dati alla clan- destinità, attaccando occasio- nalmente le minoranze religiose anche negli ultimi anni». Ri- guardo alle milizie sciite: «La preoccupazione più immediata per la sicurezza nella Piana di Ninive è rappresentata dalle mi- lizie sostenute dall’Iran che [...] hanno aiutato a sconfiggere l’I- sis. Tuttavia, alcuni cristiani le accusano di corruzione e di vio- lazioni dei diritti umani». In- fine, riguardo alla Turchia: «Gli interventi turchi nel Nord dell’I- raq diretti contro i militanti del Pkk (il Partito dei lavoratori del Kurdistan, nda ) stanno col- pendo diverse minoranze reli- giose tra cui cristiani e yazidi. Dall’inizio del 2020 almeno 25 villaggi cristiani nel Nord del paese sono stati svuotati [...]». L.L. Le chiese irachene MC più povero senza di loro. Il papa è stato a Mosul, nella piana di Ninive, e a Qaraqosh, una delle rare cittadine irachene a maggioranza cristiana, per in- coraggiare quelle comunità. Io ci sono stato. È una chiesa viva che non ha perso la speranza». FORTE SIMBOLISMO Nei tre giorni di visita, le tappe del papa sono state molteplici, tutte fortemente simboliche. Ha incontrato i governanti a Bagh- dad e le autorità civili del Kurdi- stan iracheno a Erbil, ha visitato il grande ayatollah ʿ Al ī al ‐ S ī st ā n ī , punto di riferimento dell’islam sciita a Najaf, e ha partecipato al- l’incontro interreligioso nella piana di Ur, infine ha portato il suo sostegno ai cristiani di Mo- enno.lenze / flickr.com Qui: un campanile a Erbil. *
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