Missioni Consolata - Aprile 2021
scappare. A livello dei media ab- biamo contato più di cento gior- nalisti che sono fuggiti nei paesi confinanti o in Europa, e così an- che io, che sono partito un po’ tardi. Dopo c’è stato davvero un passo indietro della libertà di espressione, del pluralismo poli- tico», così ci racconta il direttore di un popolare giornale burun- dese, che chiede l’anonimato. Nei cinque anni che seguono, il partito al potere occupa tutti gli spazi politici e annulla ogni op- posizione dei partiti e della so- cietà civile, diventando l’unico attore sia a livello centrale che locale sul territorio. Gli Imbone- rakure svolgono un lavoro di controllo capillare nei quartieri delle città. «Chi non è stato arre- stato o ucciso, se ha un po’ di soldi, tenta la via dell’esilio. Chi non riesce, resta in patria adot- tando un profilo basso», ci dice il giornalista, contattato telefonica- mente. Molti burundesi passano la frontiera con Rwanda e Tanza- nia, dove si creano campi profu- ghi, come già negli anni ‘90 du- rante la guerra civile. Si parla di oltre trecentomila rifugiati. Il re- gime inoltre isola il paese dal re- sto del mondo: nell’ottobre 2017 il Burundi esce dalla Corte pe- nale internazionale, nel febbraio 2019 il governo chiude l’ufficio locale dell’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu. CAMBIO AL VERTICE? Per le elezioni del 2020 Nkurun- ziza non si ricandida, e il partito al potere Cndd-Fdd sceglie il ge- nerale Evariste Ndayishimiye. «Nkurunziza voleva Pascal Nya- bendo, presidente dell’Assem- blea nazionale, ma questi non aveva fatto la guerra. I generali hanno preferito Ndayishimiye. Lui è di certo il generale meno coinvolto in affari sporchi, in sto- rie di corruzione e in massacri. Benché ai tempi fosse alla presi- denza, e quindi al corrente di tutto, era la figura più presenta- bile», ci racconta una altro gior- nalista, che ancora vive e lavora a Bujumbura. Nel maggio 2020, senza diffi- coltà, le elezioni consacrano vin- citore il candidato del Cndd-Fdd. Nadyishimiye dovrebbe pren- dere la presidenza ad agosto, ma Pierre Nkurunziza muore im- provvisamente l’8 giugno. Così l’investitura è anticipata al 18 giu- gno. La morte di Nkurunziza resta av- volta nel mistero: c’è chi dice sia La dichiarazione del Consiglio in- dicava inoltre la «una nuova fase per lo sviluppo» intrapresa dal Burundi, ed esortava la comunità internazionale a continuare a «in- teragire con il paese». Ma di quale nuova fase si tratta? Facciamo un passo indietro. ANNO SPARTIACQUE Aprile 2015, il presidente Pierre Nkurunziza, del partito Cndd- Fdd (gli ex guerriglieri hutu du- rante la guerra civile terminata con gli accordi del 2003), in ca- rica da 10 anni, forza la Costitu- zione e si ricandida per un terzo mandato ( cfr . MC marzo 2016). La società civile, i partiti di oppo- sizione e gran parte della popo- lazione contestano la candida- tura incostituzionale. Il regime reprime le piazze nel sangue. Le vittime sono decine. Il 13 maggio alcuni generali, Godfroid Niyom- bare e Cyrille Ndairukure in te- sta, tentano un colpo di stato per rovesciare Nkurunziza, ma ven- gono scoperti. La repressione è violentissima e diretta a tutti i settori della so- cietà. Inizia una vera e propria caccia all’uomo. Molti intellet- tuali, giornalisti, leader della so- cietà civile e di partiti politici con- siderati conniventi, vengono ar- restati, altri fuggono all’estero. Gli Imbonerakure , i giovani del partito, costituiscono una vera e propria milizia che svolge i lavori di repressione più sporchi. Nkurunziza va avanti, organizza le elezioni per luglio, impedisce la partecipazione di osservatori stranieri e vince senza difficoltà. La comunità internazionale, che aveva già contestato la candida- tura fuori della Costituzione, mette il paese in isolamento. L’Ue attiva sanzioni economiche. Il 2015 diventa un anno spartiac- que per il piccolo paese centro africano. «Dopo il tentato golpe di maggio 2015, la maggior parte dei media indipendenti e i leader della so- cietà civile, sono stati obbligati a Qui: il neo presidente Evariste Ndayishimiye con la first lady Angelique Ndayubaha, il 18 giugno, giorno dell’investitura. A sinistra: scena tipica dell’interno del Burundi, un contadino rincasa con la bicicletta. * * 15 aprile 2021 MC Stupro | Guerra etnica | Risorse del sottosuolo | Media © Tchandrou Nitanga /AFP A MC
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