Missioni Consolata - Marzo 2021

La malattia a volte si alimenta di un certo compiacimento che im- pedisce la guarigione. L’uomo del brano in realtà non vuole scendere nell’acqua. Cioè, non vuole prendere in mano la sua vita e le opportunità che gli si presentano per guarirla. Lettore 2. Gesù lo richiama a far valere le sue risorse personali e a tirare fuori dignità e coraggio. No, Gesù non spingerà quel let- tino verso la piscina, ma gli dice: «Prendi la tua barella e cam- mina». Ed è in quel momento che l’uomo si scopre guarito, quando il Signore gli mostra che può desiderare la vita. L’uomo è visitato dal vero Mae- stro che finalmente lo tira fuori dalla tana e gli dona stima per volere la guarigione. ( cfr. don Franco Mastrolonardo ). 73 marzo 2021 amico MC Dio per noi, più la nostra capa- cità reale di rispondergli”. Que- sta è la nostra verità». ( don Fabio Rosini ). Guida. Se ciascuno di noi è tutto l’amore di Dio, e se l’Amore, in quanto tale, è dono, allora siamo chiamati a una vita di donazione. «Prendi la tua barella e cam- mina» in direzione dell’altro, di chi, come te, è ferito, infermo, fa fatica, aspetta giustizia. Segno. Ciascuno si «alza, prende la propria barella», e aggiunge alle risposte prece- denti, le risposte ad altre due domande di Gesù: «Quali sono le infermità del mondo?», «Vuoi essere mio strumento di guerigione?». Questa volta ciascuno terrà la propria barella con sé. Canto. Misericordias Domini. Tutti insieme. Salmo 51. Fin dalla nascita sono nella colpa, / peccatore mi ha conce- pito mia madre. Ma tu vuoi trovare dentro di me verità, / nel profondo del cuore mi insegni la sapienza. Purificami dal peccato e sarò puro, / lavami e sarò più bianco della neve. Fa’ che io ritrovi la gioia della fe- sta, / si rallegri quest’uomo che hai schiacciato. Togli lo sguardo dai miei pec- cati, / cancella ogni mia colpa. Crea in me, o Dio, un cuore puro; / dammi uno spirito rinno- vato e saldo. Non respingermi lontano da te, / non privarmi del tuo spirito santo. Ridonami la gioia di chi è sal- vato, / mi sostenga il tuo spirito generoso. Guida. Concludiamo con il Pa- dre nostro, chiedendo al Si- gnore di aiutarci a spezzare il nostro pane quotidiano insieme agli altri, ai poveri, a chi è in cerca di Lui. Canto. Andate per le strade Annarita Leserri AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT Segno. Su un cartoncino a forma di barella, ognuno scrive la propria risposta alle do- mande di Gesù: «Qual è la tua infermità?», «Vuoi guarire?». Poi ciascuno, dopo aver pie- gato il cartoncino e averci scritto il proprio nome, lo pone ai piedi dell’altare o del croci- fisso come segno di affida- mento al Signore. Se l’incontro avviene a di- stanza, ciascuno solleva il car- toncino per mostrarlo agli altri. Canto. Misericordias Domini. Lettore 3. Ciascuno di noi ha, come minimo, due vocazioni. La seconda è quella al matrimonio o alla vita consacrata, alla mis- sione, alla cura dei malati, ecc. Può capitare che uno non sco- pra la seconda vocazione per- ché ha un problema con la prima: la chiamata a vivere. La prima cosa che ha fatto Dio con ciascuno di noi è stata di chiamarci alla vita, e a una vita piena, felice. Qualcuno fa fatica a fare pace con questo. La nostra genera- zione sembra attaccata alla tri- stezza, è accerchiata da una cul- tura di tristezza, di lamentela, di rivendicazione, di rabbia. Il nostro tempo, dominato dal mercato, insiste sul vuoto e sulla carenza di senso della vita. Il cuore triste, se non trova la via della vita, rischia di diventare il cuore del consumatore perfetto: «Mangia, compra, gioca, esci, di- vertirti, consuma». Ma il vuoto, riempito di ciò che non è vita, si allarga. Lettore 2. «L’infelicità non è mai la verità. La verità è un’altra. Il male non è la verità, il peccato non è mai la verità di un uomo. I tuoi errori non sono la tua verità, per quanto grandi tu li possa aver fatti, non sono mai la tua verità. L’ultima frase che disse San Giovanni Paolo II nell’ultima omelia della sua ultima giornata mondiale della gioventù a To- ronto nel 2002 fu questa: “Noi non siamo la somma dei nostri peccati e delle nostre debo- lezze. Noi siamo tutto l’amore di

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