Missioni Consolata - Marzo 2021

J osé Gabriel del Rosario Brochero nacque a Santa Rosa de Río Primero (Córdoba, Argentina) probabil- mente il 16 marzo 1840, sebbene sia stato registrato all’anagrafe un giorno dopo, quando ricevette il battesimo. I genitori, Ignacio Brochero e Petrona Dávila, erano poveri ed ebbero dieci figli. José, il quarto nato, si fece prete e tre delle sue sorelle seguirono la vita consa- crata, entrando tra le Figlie di Maria Santissima del- l’Orto, fondate da sant’Antonio Maria Gianelli. Morì contagiato dalla lebbra il 26 gennaio del 1914. È stato beatificato da papa Francesco (suo conterraneo) il 14 settembre 2013, e successivamente canonizzato, sempre da papa Francesco, il 16 ottobre 2016. Il discernimento vocazionale di Brochero, iniziato nel- l’infanzia, fu lungo e travagliato. Un suo amico, Ramón José Cárcano, testimoniò di averlo spesso udito espri- mere dubbi e incertezze sul suo diventare sacerdote. Alla fine, José Gabriel entrò nel collegio seminario «Nuestra Señora de Loreto» a Cordoba il 5 marzo 1856, a sedici anni. Il 4 novembre 1866, fu ordinato sacerdote dal vescovo José Vicente Ramírez de Arellano. Da novello sacerdote, José Gabriel fu impegnato su tre fronti: • fu collaboratore pastorale presso la cattedrale di Córdoba; • fu instancabilmente attivo nel soccorso agli am- malati e nell’assistenza ai moribondi quando nel 1867 scoppiò nella provincia di Córdoba, come nella capitale Buenos Aires, un’epidemia di colera; • servì come prefetto agli studi del seminario mag- giore avendo ottenuto nel 1869 il titolo di maestro in filosofia presso l’Università di Córdoba. Nel novembre 1869, fu destinato alla parrocchia di San Alberto di Villa del Tránsito. Qui si dedicò anima e corpo all’evangelizzazione della popolazione della vasta zona, alla cura degli infermi e anche all’organizzazione della società civile, promuovendo la costruzione di strade, ponti in pietra e persino una linea ferroviaria, tutto per ottenere dei collegamenti più rapidi con la città capoluogo di Córdoba e non lasciare nell’isola- mento la popolazione di cui si prendeva cura. 59. Il «cura gaucho », san José Gabriel Brochero Dicono che la tua morte fu causata dalla lebbra presa visitando i lebbrosi, ma il tuo servizio di sacerdote era già iniziato mentre era in corso un’altra grave epidemia. Proprio così. Nel 1867, l’epide- mia di colera aveva devastato la città di Córdoba colpendo oltre 4mila persone. Pensai che fosse naturale per me, come sacer- dote, andare di casa in casa consolando e sostenendo le fa- miglie, assistendo nelle loro ne- cessità materiali e spirituali gli ammalati, e dando una sepol- tura cristiana alle vittime dell’e- pidemia. Due anni dopo, era il 18 no- vembre 1869, fosti incari- cato della cura d’anime in una parrocchia nel cuore della pampa. Era la parrocchia di San Alberto di Villa del Tránsito. Vi giunsi da Córdoba dopo tre giorni di viag- gio in sella alla mia mula mala- cara (faccia brutta). San Alberto era una parrocchia di poco più di diecimila anime, che si esten- deva su un’area di oltre 4mila chilometri quadrati, popolata da gauchos , ovvero i cow boy dell’America del Sud, che erano addetti alle grandi mandrie di bovini e ovini loro affidati, sia nella pampa che sulle monta- gne, da semplici contadini attac- cati alla loro terra e anche infe- stata da bande di briganti. Le comunicazioni erano molto diffi- cili, soprattutto a causa della mancanza di strade percorribili la rubrica di Mario Bandera MC R 4 chiacchiere con ... INTERVISTE IMPOSSIBILI CON «I PERDENTI» 68 marzo 2021 MC

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