Missioni Consolata - Marzo 2021
che danno loro supporto. «Dopo quel momento, a livello cittadino è nato un gruppo di persone che ora si ritrova per coordinarsi su come agire per af- frontare le problematiche di Trie- ste. Partendo dai migranti», ag- giunge Gian Andrea, «si riflette anche su altri aspetti, politici e sociali, come le condizioni carce- rarie, ad esempio». SCARPE, GIACCONI, TUTE «Un’altra novità degli ultimi mesi è, nonostante le difficoltà cau- sate dal Covid-19, la creazione di una rete organica di attivisti che arriva fino al confine con la Fran- cia, seguendo gli spostamenti dei migranti tra Trieste, Veneto, Milano, Torino, Oulx e poi Briançon, in Francia». I migranti scelgono la via più lunga per arrivare in Germania perché la frontiera austriaca è quasi del tutto inaccessibile da tempo. Del resto la situazione, in questi flussi migratori, è in conti- nuo cambiamento: per la paura di essere respinti al confine italo diffondere informazioni su quello che accade. «I poliziotti croati volevano obbligarmi a dichiarare che ero un trafficante, e quando negavo arrivavano le botte», ri- corda, aiutato dal mediatore vo- lontario Raheem Ullah, suo con- nazionale arrivato a Trieste per il proprio lavoro di ricercatore in biologia. «È passato un anno e mezzo, qui mi trovo bene e posso dare una mano, oltre che ricominciare a vivere. Ma di certo sono ancora molto risentito. Non riesco e non voglio perdonare. Nessuno mi ha chiesto scusa», conclude mostrandoci i segni ancora ben visibili sulla gamba. TOLLERATI PERCHÉ UTILI L’aspetto importante è che ora Umar Adnan ha ritrovato il sor- riso, grazie anche a questa «nor- malità dell’aiutare» che, nella Piazza del Mondo, è visibile a oc- chio nudo. Una normalità quoti- diana, anche se precaria. «Siamo tollerati dalle autorità locali per- ché siamo funzionali», analizza Franchi. «Medicando le persone, tamponiamo un problema, met- tiamo in atto quello che dovreb- bero fare loro di fronte a per- sone bisognose d’aiuto». Anche durante tutto questo pe- riodo di pandemia, infatti, a Linea d’Ombra è stato permesso di operare, ovviamente con tutti i dispositivi di protezione indivi- duale del caso. L’unica opposizione esplicita al loro operato, di fatto, è arrivata dalle frange di estrema destra della zona, che un giorno di fine ottobre hanno indetto un presi- dio nella piazza. Quel giorno, dall’altra parte, si sono fatte pre- senti numerose persone solidali con i migranti e con i volontari sloveno vicino a Trieste, le per- sone cercano sentieri tra le mon- tagne e si spostano anche verso la provincia di Udine senza pas- sare dalla città, con il rischio di diventare ancora più invisibili e di rimanere quindi senza assi- stenza in casi di emergenza. Il 2021 si preannuncia un anno duro per tutti a causa della pan- demia ancora in corso, ma sarà ancora più arduo per chi non ha una casa e sta cercando un luogo sicuro dove arrivare. Con una meravigliosa catena di solidarietà, Linea d’ombra conti- nua a ricevere donazioni sia di soldi che di materiale, entrambe molto importanti perché il biso- gno è sempre alto: «In questo periodo nel quale fa più freddo, a volte ci sono 30 persone al giorno, a volte meno di una de- cina, dobbiamo essere sempre pronti», ci dice Franchi. «Abbiamo bisogno più di tutto di scarpe, giacconi, pantaloni, tute e zaini, mentre usiamo i fondi per comprare in particolare cibo e medicinali». A MC A sinistra: i volontari di Linea d’ombra accolgono migranti appena arrivati a Trieste. Qui accanto: la comunità senegalese di Trieste consegna a Linea d’ombra un aiuto concreto per chi arriva dalla rotta balcanica. Qui sotto: incontro in piazza con alcuni scout sloveni. * * * 59 marzo 2021 MC © Lorena Fornasir © Lorena Fornasir
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